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si inizia nel bel mezzo di un litigio domestico: madre e padre che urlano e s’insultano e il figlio che sta a guardare. si prosegue con una cenetta tra amici, con il fraterno compare Gal e la sua nuova conquista, l’enigmatica Fiona. e a tavola, di nuovo un diverbio: Jay – marito nonché protagonista- manda tutto all’aria e lascia capire che ha più di qualche issue irrisolto, difatti il suo è un mestiere che ha a che fare con armi, morte, sangue e soldi- si parla di Esercito, di Iraq, Afghanistan e di una fallimentare operazione a Kiev. ma ora, dopo otto mesi di disoccupazione, Jay accetta la proposta di Gal e ritorna al suo antico lavoro: il sicario. e già questo incipit basterebbe per farne un film ben riuscito, ma non finisce qui: cos’è quello strano simbolo che Fiona ha inciso sul retro dello specchio a casa di Jay?
II. il prete, il bibliotecario e il parlamentare (indizi)
l’opera ha le cadenze di un dramma della piccola borghesia, in stile Mike Leigh (o anche Ken Loach): abbiamo i traumi del passato, un presente economicamente incerto, una vita familiare in tensione (i dialoghi sono, talvolta, lasciati all’improvvisazione del cast). si accenna alla crisi economica e alla brutalità del quadro sociale in cui i personaggi vivono ma, con lo scorrere del minutaggio, ci si addentra (in un climax superlativo) sotto la superficie di un Male molto al di là di qualsiasi immaginazione o esperienza. la lista dei morituri vede solo nomi di un certo spessore: un prete che ringrazia prima di prendersi una pallottola in testa, un bibliotecario che traffica e\o produce materialmente pedopornografia o snuff movies, e, infine, un parlamentare. l’ambiguità dei caratteri incontrati è totale: sin dal finanziatore dell'operazione (che sigilla il patto nientemeno che con il sangue di Jay), per poi arrivare agli immensi venti minuti finali in cui tutte le carte vanno all’aria e rimane solo il sospetto di una manipolazione- riferita a due oggetti: protagonista e spettatore. nel frattempo il modus agendi iper-violento di Jay esce fuori per far assumere al lavoro i caratteri di una crociata ispirata da una qualche forza superiore (ma non dal dio cristiano, come ci tiene a precisare più volte il protagonista stesso), una battaglia personale che ogni minuto perde di lucidità e aumenta in asprezza per arrestarsi, alla termine della notte, in un epilogo di lancinante crudezza.
titolo originale: Kill Listun film di Ben Wheatley2011
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