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Kingdom Hearts HD 2.5 ReMIX – Dritto al cuore

Da Videogiochi @ZGiochi
di Martina "Ryot4" Fargnoli

Kingdom Hearts è sempre stata una serie molto apprezzata in occidente, tutt’oggi il pubblico attende palpitante di poter sapere qualcosa in più sul terzo capitolo targato Disney-Square Enix senza aver perso l’entusiasmo tra anni di attesa e spin-off non sempre all’altezza. Destino, tema caro alla saga, volle che Shinji Hashimoto incontrò un dirigente Disney nell’ascensore dell’edificio che le due società condividevano. Quella che all’inizio sembrò un’improbabile unione tra un mondo fanciullesco e un mondo fantasy un po’ più adulto come quello di Final Fantasy, si è rivelata una formula vincente in grado di magnificare la magia insita nelle due produzioni. Senza scendere troppo nei dettagli di una trama non sempre cristallina e piuttosto intricata, è bene sapere che Kingdom Hearts HD 2.5 ReMIX va a complemento della collezione Kingdom Hearts HD 1.5 ReMIX, dove il riedito comparto tecnico non ci aveva del tutto convinti. La struttura contenutistica di questa seconda collezione non difforme troppo dalla prima, troviamo infatti due giochi e delle sequenze cinematografiche: Kingdom Hearts II in versione Final Mix, l’approdo dell’ottimo Birth By Sleep (sempre in versione Final Mix) su uno schermo di grandi dimensioni, e i filmati, arricchiti, di Kingdom Hearts RE:coded. Un prequel, un secondo capitolo principale, e uno spin-off.

Senza titolo-2

Cuori e Keyblade

Chi ha già avuto modo di giocare Kingdom Hearts II forse non ricorderà con molto affetto le prime 3-4 ore di gioco. Il titolo impiega un po’ ad ingranare, ha un ritmo inizialmente lento e si trascina tra minigiochi e fasi introduttive di combattimento. Il tutto viene per fortuna legato da video e inserti narrativi che rinfrescano la memoria sulle vicende passate di Sora, Pippo e Paperino, e gettano, più che luce, un alone di mistero su loschi personaggi e sull’indecifrabile Roxas. Superato il momento introduttivo, la storia si apre e offre contenuti per oltre trenta ore di divertimento ed emozioni. La versione Final Mix è impreziosita da una nuova difficoltà, la Critica, nuovi tesori, battaglie e boss che sapranno soddisfare le richieste degli amanti soprattutto del sistema di combattimento e delle sfide; i filmati non presenti nella versione originale andranno a solleticare (e quindi in parte soddisfare) la curiosità dei giocatori che si sono persi tra la frammentazione della narrazione in tanti giochi diversi. Il lavoro di restauro effettuato ci ha lasciati questa volta soddisfatti. Per gli amanti dei numeri parliamo di una risoluzione video portata a 720p e formato 16:9. La fastidiosa scalettatura, i dettagli del viso che sembravano dipinti e senza spessore che si portava dietro il suo predecessore nel passaggio ad una qualità superiore, sono stati qui egregiamente smussati grazie ai filtri anti-aliasing e ad un’illuminazione generale che ben mascherano la spigolosità dei poligoni. Ad una pulizia nel complesso di buonissima fattura, si aggiunge una maggior cura per i dettagli di alcune zone. Come era facile immaginare danno il meglio di loro le aree più complesse e ricche come Port Royale tratta dal film dei Pirati dei Caraibi: La Maledizione della Prima Luna. Discorso contrario può essere esteso a quelle zone un po’ spoglie come i boschi di bambù nella terra dei Dragoni, o Crepuscoli, dove la mancanza originale di texture raffinate e dettagli si trasferisce anche in questa riedizione notandosi maggiormente. In fin dei conti poco male, non è il dettaglio esasperato che fa di Kingdom Hearts un universo magico, anzi è proprio quel suo aspetto “fumettoso”, ammantato da colori pastello che ne rendono blandi i contorni a costituire un pregio. Il tono evocativo è sorretto da una colonna sonora orchestrata che ha un impatto superiore rispetto all’originale.

Simple and Clean

L’inserimento di Birth by Sleep Final Mix rappresenta una ghiotta occasione per chi non vi ha messo le mani sopra a causa della sua uscita su PSP, ma per Square Enix rappresenta un’occasione colta solo parzialmente. Una ricostruzione delle ambientazioni avrebbe sicuramente giovato agli squarci di panorama. Il passaggio da PSP a PS3 si nota chiaramente, ma sono evidenti anche i limiti di un design pensato per una console portatile di dimensioni inferiori. La telecamera si mantiene molto vicina al personaggio e quando stringe sui dettagli e sugli elementi di contorno, questi appaiono lisci, come se fosse steso solo un velo di pittura contrastando con i modelli dei personaggi principali e dei Keyblade che sono invece ben rifiniti, forse anche di più di quelli del secondo capitolo. L’aggiunta del secondo stick per controllare la telecamera rende più scorrevoli e piacevoli le fasi di combattimento che su handheld risultavano penalizzate, come i comandi di tiro a distanza. Il titolo resta uno tra i più interessanti della serie, capace di unire azione e strategia con un sistema di combattimento che ancora oggi si mantiene fresco e profondo (un mix in positivo tra Chain of Memories e THE WORLD ENDS WITH YOU) a cui si aggiunge il supporto dei grilletti. L’aggiunta della Console dei comandi, aperta a personalizzazioni, stili diversi e tempi di cooldown, può sembrare all’inizio troppo complicata da apprendere, ma per chi avrà la pazienza di approfondirne i segreti verrà gratificato. Le Unioni Dimensionali (Unioni-D) rappresentano un altro modo per approcciare un combattimento in modo differente, infatti attraverso questa unione con un altro dei personaggi incontrati nell’avventura si potranno temporaneamente usare le abilità previste dalla sua Console comandi. Il sistema di crescita prevede dei livelli progressivi sia per gli attacchi e le abilità, potenziabili con l’uso o attraverso il Tabellone di comando (una specie di gioco dell’oca), sia per le Unioni-D. Un ulteriore aspetto che rende Kingdom Hearts Birth by Sleep assolutamente da giocare è la sua narrazione che si sviluppa su tre piani distinti e connessi in base al personaggio che si controlla: Terra, Ventus, o Aqua, ma soprattutto perché riesce a rispondere ad alcune questioni poco approfondite in precedenza. Le già meravigliose tracce audio di Yoko Shimomura si arricchiscono di nuova linfa grazie anche ad alcuni arrangiamenti.

Filmare il codice

Completa il pacchetto Kingdom Hearts RE:Coded. Nel 2009 Square Enix testava il mercato mobile immettendo sul mercato giapponese degli episodi e minigiochi che andavano a sviluppare gli eventi al termine di Kingdom Hearts II e lanciavano un ponte per Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance (unico pezzo mancante, e probabilmente le cose resteranno così fino a diversa segnalazione). Due anni più tardi la versione RE:Coded è approdata su Nintendo DS. Oggi se ne può godere anche su PS3 tramite filmati e porzioni di testo da leggere. La trasposizione è arricchita da nuovi paragrafi e da un doppiaggio del tutto nuovo, assente sulle due incarnazioni precedenti. Come offerta “ludica” è sicuramente la più debole tra le tre, ma le nuove cutscene sono belle da vedere e non ci sentiamo di bocciare un lavoro comunque meticoloso. Non manca qualche neo, in particolar modo i caricamenti sono talvolta inspiegabilmente lunghi soprattutto se confrontati con i tempi brevi degli altri due titoli presenti nella collezione.

Kingdom Hearts HD 2.5 ReMIX – Dritto al cuore


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