E’ stata dura oggi ritrovarsi nel traffico e nelle brutture di Pattaya dopo aver trascorso il fine settimana in paradiso…
Per noi è stato un weekend di prime volte: la prima volta a Koh Samet e la prima volta, da quando abbiamo i bimbi, che trascorriamo una vacanza con altre famiglie. Entrambe le situazioni si sono rivelate molto piacevoli. Koh Samet è una piccola isola veramente vicina a Pattaya e più volte durante il weekend ci siamo chiesti come mai non ci fossimo ancora andati. Come mi ha risposto la mia amica, probabilmente perché nell’ultimo anno abbiamo passato troppi giorni in ospedale! L’idea è venuta alla mia amica australiana, i cui figli sono a scuola con i miei, ed io l’ho subito appoggiata. E’ stato difficile organizzare sia per dover conciliare gli impegni di tutti sia perché, essendo Koh Samet una delle isole più vicine a Bangkok, è spesso necessario prenotare con largo anticipo. La fortuna però alla fine ci ha assistito perché abbiamo trovato posto all’Ao Prao Resort ad Ao Prao Beach.
Il resort, tutto in legno, è completamente immerso nella foresta ed i cottages sono costruiti su palafitte arrampicate per la collina.
La spiaggia di Ao Prao è l’unica presente nel lato occidentale dell’isola, il che già la rende unica per i suoi meravigliosi tramonti. Essendoci inoltre solo tre resort, si può godere di grande tranquillità e sentire come unico rumore quello delle onde. Grida dei nostri bimbi a parte ovviamente! Alla fine si è aggiunta anche la famiglia di un altro compagno di Carlo Alberto e così eravamo 6 adulti e 6 bambini dai 2 ai 6 anni. Noi italiani, gli altri australiani e belgi. La compagnia adulta è stata molto piacevole e, cosa ancora più eccezionale, i bambini hanno giocato tantissimo tra di loro, facendoci rilassare e godere sia le ora passate al mare che quelle trascorse a tavole chiacchierando piacevolmente. Devo dire che per me è ancora un po’ faticoso capire tutto in inglese, però mi è sicuramente servito a migliorare ed oggi mi è capitato forse per la prima volta di pensare addirittura in inglese!Siamo partiti venerdì pomeriggio ed il tempo è letteralmente volato. Ci siamo ritrovati al porto di Ban Phe, dove un motoscafo ci ha portato in pochi minuti sull’isola. I bimbi erano eccitatissimi. Per Carlo Alberto si trattava della prima mini vacanza in compagnia dei compagni di scuola, fra l’altro uno è il suo migliore amico e l’altra una delle bimbe che riesce a domare il suo carattere impetuoso. Alle 6 del mattino di venerdì l’ho trovato sul tavolo della cucina che disegnava cuori su di un biglietto ed un disegno fatti per lei. Mi ha fatto così tenerezza che ho soprasseduto sul fatto che il biglietto fosse un regalo per me di qualche settimana prima ed avesse coperto la parola mamma con un adesivo!
Appena sbarcati sull’isola i bimbi hanno iniziato a giocare felici ancora con le divise della scuola ed i giubbini di salvataggio addosso.
Poco dopo ci siamo goduti il nostro primo meraviglioso tramonto. Per i giorni successivi, lo stesso programma: corsa sulla spiaggia appena alzati tutti insieme, adulti e bambini, mega colazione a seguire e poi mare mare ed ancora mare.Tuffi sulle spalle dei papà, bagni, gite in Kayak, castelli di sabbia e corse.Le uniche soste sono state per pranzare e per Diego, mascotte del gruppo, per la nanna in spiaggia.Lui che di solito fa così fatica ad addormentarsi fuori, ha dormito entrambi i pomeriggi sul lettino in spiaggia, concedendo così anche a noi di stare all’aperto tutto il giorno.Dopo il tramonto tutti a fare la doccia e poi ritrovo presto per cena, la prima sera al ristorante Thai del resort, la seconda in un ristorante italiano alla fine della spiaggia. Intorno alle 22 subito a nanna perché eravamo tutti distrutti dalla giornata di mare. Non posso aggiungere altro se non che è stata un’esperienza bellissima, soprattutto per me spesso abituata a combattere con Carlo Alberto che ce la mette tutta per rovinarmi le giornate. Era veramente felice ed entusiasta! Finalmente non aveva bisogno di chiedere in continuazione a me e Francesco di stare con lui a giocare perché non ama farlo da solo. Certo non sono mancati i piccoli litigi fra i bimbi, ma essendo in 6, bastava cambiare un attimo il compagno di giochi per ripristinare in fretta l’equilibrio del gruppo. Il fatto poi che Carlo Alberto non avesse contendenti maschi alla pari, essendo gli altri più piccoli, con cui dividere il suo amichetto preferito, hanno giocato a favore della sua tranquillità. Lui tende infatti a consumarsi di gelosia ed a diventare molesto quando il suo prediletto gioca anche con altri bimbi. Tutti insieme hanno consumato tutte le loro energie e forse anche di più. Dopo l’ultima doccia in piscina, sono saliti sul motoscafo del ritorno senza una parola, distrutti e forse anche un po’ tristi che fosse tutto finito. Devo dire che è stato lo stesso anche per noi adulti. Un po’ forse anche perché la famiglia australiana fra pochissimi mesi se ne andrà e per me è un grande dispiacere perché era una delle 2 mamme della scuola che frequentavo abitualmente. E, per entrambe, è arrivato il momento di partire. Fa parte purtroppo della nostra vita da expat: c’è sempre qualcuno da salutare perché se ne va e nuovi rapporti da ricreare…Per concludere degnamente il weekend, all’arrivo a Ban Phe, siamo andati al molo a fianco deve avevamo visto che i pescatori stavano scaricando intere casse di pesce ancora vivo dalle loro barche. Francesco voleva comprarne uno per cucinarlo a cena.
Siamo stati lì diversi minuti perché sembrava non ce lo volessero vendere. Dopo un po’ abbiamo semplicemente constatato che non capivano una parola d’inglese e, stranamente, nonostante indicassimo il pesce con i soldi in mano non capivano nemmeno le nostre intenzioni. Sembrava diventato un affare di stato. Tutti allora hanno chiamato un ragazzo più giovane che vergognandosi da morire ha tirato fuori il telefonino con il traduttore e quando finalmente ha letto quello che volevamo, tutti insieme hanno gridato: “aaahhhh” come se avessero scoperto l’uovo di Colombo! Hanno trovato un sacchetto di plastica, ci hanno messo dentro due bei pesci grandi e hanno rifiutato il nostro denaro con grandi sorrisi. Vivendo a Pattaya, meta di un brutto turismo che probabilmente li ha imbruttiti, purtroppo noi ci siamo abituati ad avere a che fare con tanti thailandesi astuti che fanno il possibile per fregarti appena possono. Questo porta a dimenticarci del fatto che la Thailandia è chiamata anche la “terra dei sorrisi” perché popolata da tante persone sì semplici, ma sempre pronte al sorriso e a farti sentire benvenuto. Quegli umili pescatori ieri ce l’hanno ricordato con la loro generosità…Info pratiche:
Koh Samet si trova a soli 6 km dalla terra ferma. Ci si imbarca in diversi moli di Ban Phe a seconda che si prenda il traghetto (ca 30 minuti) o un motoscafo (ca 15 minuti). Questo è spesso già compreso nel prezzo del soggiorno. Quasi tutti i resort maggiori infatti non hanno un sito proprio, ma si appoggiano ad alcune agenzie, contattabili on-line, che vendono il pacchetto completo di pernottamento, colazione, parcheggio al molo di Ban Phe, trasporto di andata e ritorno sull’isola con il motoscafo, trasporto bagagli dall’auto alla camera e tassa di soggiorno. Questa è obbligatoria dato che l’isola è un Parco Nazionale. Sono 200 baht per gli adulti e 100 per i bambini. Noi ci siamo serviti di questa agenzia i cui resort, più o meno costosi, hanno tutti una buona reputazione:
Un altra agenzia valida di cui mi sono servita in passato e che risponde velocemente alle e.mail di richiesta è questa:
http://www.sawadee.com/hotel/rayong/
Noi eravamo in auto, ma sia da Bangkok che da Pattaya, partono dei mini bus che arrivano direttamente a Ban Phe.
Orari delle barche per e dall’isola:
Da Ban Phe a Koh Samet: 11.00 / 13.30 / 16.00
Da Koh Samet a Ban Phe: 10.00 / 12.30 / 15.00
La spiaggia di Ao Prao è una delle più tranquille, proprio perché ci sono pochi resort e ristoranti. Arrivano solo pochi motoscafi durante la giornata. E’ adatta alle famiglie o alle coppie che vogliono tranquillità. La spiaggia è stata chiusa per tre mesi, fino allo scorso 1 novembre, perché era stata interessata pesantemente dalla perdita in mare da un oleodotto di 50.000 litri di petrolio. Ad oggi l’acqua è tornata ad essere chiara e trasparente ed è possibile vedere tanti piccoli pesci che nuotano fino a riva. Del disastro ecologico, essendone a conoscenza, si può notare solo un colore più scuro alla base degli scogli.
L’altra grande spiaggia è Sai Kaew, altrettanto bella, ma anche molto vivace per la presenza di giovani, locali e discoteche che a volte rendono impossibile dormire fino a notte fonda. Anche di giorno è tutto un via vai di barche. A sud di Sai Kaew ci sono altre spiaggette più piccole che sono un po’ più tranquille. A nord le spiagge sono praticamente inesistenti perché molto roccioso.Nostro hotel: Ao Prao Resort
Prenotando all’ultimo minuto abbiamo trovato solo una delle camere più costose. Prenotando con più anticipo si può risparmiare parecchio. I cottage sono confortevoli, dentro c’è tutto il necessario e sono puliti. L’unico neo è costituito dal cattivo odore che, ogni tanto, proviene dal bagno. La colazione è abbastanza abbondante, sia dolce che salata. Il ristorante serve principalmente cibo Thai, ma fa anche qualche piatto occidentale. La qualità è buona, ma non è economicissimo. I tavoli sono su una terrazza di legno direttamente sul mare sotto a due alberi giganteschi che rendono l’atmosfera molto particolare.
Gli stessi alberi fanno anche un’ombra meravigliosa in spiaggia. Questa è pulita e tranquilla. La piscina, a sfioro davanti al mare, è piccola, ma con il mare così bello non se ne sente la mancanza. I bimbi hanno comunque apprezzato. Il personale è molto gentile ed educato.