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Kose che non kapisko

Da Fishcanfly @marcodecave
Kose che non kapisko

Butters, personaggio buono e ingenuo per eccellenza nella serie South Park!

Ci sono cose che non capisco e a cui nessuno dà la minima importanza (cit. Caparezza)

Prima di tutto chi riempie.
Persone che ti riempiono il piatto creando la tipica “montagnozza”. Ecco, la catena alpina a pranzo è qualcosa che mi fa davvero innervosire. Ammesso e non concesso che si abbia fame, la base della fame (a un livello medio: non è questa la sede per discorsi sociali) è l’appetito. La montagnozza distrugge l’appetito, l’abbondanza annulla il desiderio. Invece il piatto va “riempito” con erotismo, la portata deve essere in grado di suscitare la successiva portata, il desiderio è una catena, un fuoco sotto le braci che per mantenersi vivo non può bruciare d’un colpo, ma deve avere una durata, un’affidabilità, un efficace rimescolamento dei carboni.
Poi ci sono quelli che riempiono le discariche di rifiuti tossici nell’indifferenza generale dei governi, un argomento del quale ho sentito così tanto parlare che non riesco a…sentirne la problematica. Ecco, questa è un’altra cosa che non capisco. Io vorrei indignarmi, ma non ci riesco, mi mancano le energie. Io sono assuefatto a tutto questo. Questa mole di informazioni ha su di me lo stesso effetto della montagnozza di pasta…perdi il sapore, l’appetito. E non riesci nemmeno a distinguere in questa sovraesposizione di informazioni quelle utili da quelle fatue, le lacune gravi da quelle innocue.
Non capisco perché le salse, ai fast food, una volta le davano gratis e oggi invece ti chiedono a parte se le vuoi, come la busta, al supermercato, per portare a casa la spesa.
Non capisco perché non ci si accontenta mai e non si desidera mai quel che già si ha.
Non capisco perché i giornalisti debbano commentare, anche solo con un sorriso o un gesto, una notizia: ho nostalgia di quei giornalisti imparziali che riuscivano a parlare con tono grave anche della festa del Natale (forse soprattutto del Natale…)

Poi c’è chi svuota, quasi dimenticavo.
Non capisco come fanno certe persone che ogni volta che se ne vanno ti lasciano un grande vuoto, e se ne vanno, a volte, anche mentre stai loro davanti, anche mentre parli loro. Non parlo pertanto di eroi (beato chi non ne sente la mancanza) o grandi cantanti: quel tipo di assenza è critica, ma recuperabile. History must go on. Parlo di chi sa mancare, e perché sembra essere questo l’elemento costitutivo dell’amore, e siamo di nuovo al desiderio, all’eros.
Non capisco perché abbiano inventato la felicità, e mi ricordo di questa invenzione solo quando sono triste. E quando mi sento felice, vedo nuvole grigie all’orizzonte. E tra quelle nuvole e quel sole c’è un campo di infinite sfumature.

Ma poi: è davvero importante capire tutto, o alcune cose sono “destinate” a restare come sono?

Okay, mandiamo a nanna questa malinconia, gente. Incazzatevi perché la verità è che ci sono troppe cose che non capiamo. Perché una manifestazione pacifica viene respinta con i manganelli? Non lo capisco. Perché il Parlamento…il resto già lo sapete, non fatemi scrivere cose ovvie. Non capisco: se sono cose così ovvie, perché non capisco? Non capisco perché non capisco.

Kose che non kapisko

Non capisco: perché non capisco? Non capisco. Ci cose che non sono semplicemente “capitate” e non vengono capite.

Primo diritto fonda(mentale): disporre degli strumenti per capire.

Secondo diritto/dovere: capire.

Terzo diritto: cambiare le cose.

Aumentaci le dosi – J Ax



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