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KP 3: I gentiluomini

Creato il 21 gennaio 2011 da Chemako @chemako71
Titolo: I gentiluomini
Data: Agosto 1977
Soggetto/Sceneggiatura:
Giancarlo Berardi
Disegni/Copertina:
Ivo Milazzo

KP 3: I gentiluomini
KP 3: I gentiluomini
La rubrica "Tracce nel vento" in seconda di copertina propone una preghiera indiana alle Pleiadi con un disegno di Ivo Milazzo.
KP 3: I gentiluomini
Chi è un gentiluomo? E' una persona d'onore? Nel senso che ha di sè e degli altri una certa reputazione, un grande rispetto, un'alta idea di morale? E' tutto relativo. L'unico rispetto che si può avere è quello per la dignità umana, e il protagonista, Kirk Collins, vorrebbe tanto che questo gli avesse infuso coraggio in un momento terribile della sua vita. Capitano durante la guerra di Secessione di una guarnigione sudista

KP 3: I gentiluomini

Disegno di Ivo Milazzo: i sudisti vengono sterminati


annientata dai cannoni yankees, fuggì lasciando un suo soldato a crepare. La parola vigliacco pronunciata dall'uomo abbandonato eccheggia negli incubi notturni dell'ex capitano a distanza di anni.

KP 3: I gentiluomini

Disegno di Ivo Milazzo: Collins abbandona sul campo il suo soldato morente


Siamo nel 1870: Collins ed un altro "rivoluzionario" del sud vogliono creare un casus belli attaccando un treno in cui dovrebbe viaggiare un generale pezzo grosso. Il tutto per l'onore del sud e per far riesplodere la guerra.

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Disegno di Ivo Milazzo: Collins parla con un reduce sudista

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Disegno di Ivo Milazzo: l'onore del Sud


KP 3: I gentiluomini

Disegno di Ivo Milazzo: i gentiluomini


Per compiere quest'impresa si servono di spietati assassini della vecchia banda Quantrill, facendoli evadere dal carcere. L'onore può anche sporcarsi le mani per una giusta causa. Le cose però non andranno per il verso giusto: l'agguato in realtà previsto dalle autorità, verrà affrontato dai soldati che si nasconderanno in un vagone.

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Disegno di Ivo Milazzo: Ken rivela l'origine del suo fucile


Ken si ritroverà su quel treno diretto ad Omaha e verrà rapito dalla spietata banda, dopo l'attacco al convoglio, insieme ad una giovane viaggiatrice e ad un buffo agente della Pinkerton in incognito. Collins perderà l'onore di nuovo abbandonando il suo compagno idealista alle grinfie degli assassini capitanati dallo spietato Lou Hendrik.

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Disegno di Ivo Milazzo: lo spietato Lou Hendrik decreta la morte del rivoluzionario idealista


Ma il peso di un altro morto sulla coscienza lo farà tornare sui suoi passi per aiutare Ken, la ragazza e l'agente a salvarsi la vita. Morirà in un corpo a corpo con Hendrik, ferendolo a morte. Il riscatto finale non lo assolverà dalle sue vigliaccherie passate, sembra suggerirci Berardi, e il prezzo da pagare sarà la vita.

KP 3: I gentiluomini

Due belle tavole di Ivo Milazzo: Collins scopre il corpo senza vita del suo compagno. Si può apprezzare il linguaggio cinematografico di queste sequenze


Un primo dato da sottolineare è che Ken appare molto tardi nella storia: il lungo spazio d'apertura è riservato alla presentazione degli altri personaggi, connotando il racconto di un elemento di coralità che ritroveremo spesso lungo le avventure di Lungo fucile. Ken è sì il protagonista, ma la sua storia è fatta dalle persone che incontra, di cui si mette al fianco come compagno di strada.
Tornando all'albo, devo dire che il soggetto non è molto originale, la conclusione infatti è prevedibile. Ma la sceneggiatura è ben orchestrata, il racconto ha ritmo. I disegni sono del 1975 e i tratti di Ken si stanno avvicinando sempre di più a quelli classici che conosciamo. Rimangono impresse le scene iniziali della battaglia tra nordisti e sudisti, la faccia lombrosiana da assassino del capo della banda e quella da buffo damerino di città dell'agente della Pinkerton.

KP 3: I gentiluomini

Disegno di Ivo Milazzo: l'assassino Lou Hendrik


KP 3: I gentiluomini

Disegno di Ivo Milazzo: l'agente della Pinkerton Oake Barnum


In generale una storia di medio livello, tra le tantissime di standard molto alto cui Berardi e Milazzo ci hanno abituato. In ogni caso, considerato che siamo nel 1977, sarebbe interessante paragonare questo albo con uno coetaneo di Tex o Zagor, ma non li ho a portata di mano... Credo, con tutto il rispetto per le due testate che comunque amo molto, che anche quest'albo, nonostante non sia il migliore della coppia Berardi-Milazzo, possieda una freschezza e dinamicità nel linguaggio e nella sceneggiatura che, se fosse pubblicato oggi per la prima volta, nessuno ne noterebbe l'età.

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