Così abbiate pietà di me, per lo zucchero che troverete nelle ricette e nei miei post.
La piccola Emma stava seduta al tavolo della cucina e scriveva concentrata su un foglietto, tenendo ben stretta la matita nella mano di bimba. Dopo un'ultima lettura, si alzò ed andò dalla mamma che stava preparando la cena in cucina.
Le consegnò il foglietto con uno strano sorriso e gli occhi attenti e vide la madre leggere concentrata: "Per averti apparecchiato la tavola quando sono venuti i nonni: 1 euro"; per aver messo in ordine la mia cameretta e tutti i giocattoli: 1 euro; per aver preso 9 al compito di italiano: 2 euro; per avere annaffiato le tue piantine: 50 centesimi; per essere uscita a comprare il pane: 50 centesimi. Totale da pagare: 5 euro."
La mamma finì di leggere e guardò sua figlia sorridendo. Pensieri le vorticavano nella testa. Allora prese una penna, girò il foglio e cominciò a scrivere: "I Nove i mesi che ti ho portato nel mio grembo aspettando che nascessi: gratis; Tutte le notti che non ho dormito per allattarti e cullarti mentre piangevi spaventata: gratis; Tutte le volte che sono rimasta accanto a te mentre avevi la febbre ed il raffreddore: gratis; Tutte le preoccupazioni che mi hai dato quando facevi i capricci o disubbidivi: gratis. I giocattoli, le bambole, le caramelle, le torte di compleanno, le feste, i vestitini carini, i baci, le carezze e gli abbracci: se faccio la somma di tutto cara Emma, il mio amore per te è gratis."
E consegnò il foglio alla bimba.
Emma leggeva e la sua espressione cambiava. Alzò gli occhi verso la mamma e con i lucciconi le disse: "Oh mamma, ma io ti voglio tanto bene davvero".
Prese la sua matita e tracciando una riga sulla sua nota scrisse: "TUTTO PAGATO".
Magari proprio sotto Natale.
Questa regione francese si trova al confine con la Germania, a ridosso della Foresta Nera. Da Strasburgo in un attimo si più arrivare a Freiburg ed i paesaggi che attraverserete per visitarla, sono costellati da vigneti, castelli e borghi incantevoli. Al solo pensiero mi viene voglia di tornarci di corsa.
Colmar è ufficialmente la città con le più belle luminarie d'Europa.
Un gioiello di case a graticcio costruite su canali eleganti che attraversano il centro storico.
Una imponente cattedrale gotica sul cui tetto, se siete fortunati come me, potete anche scorgere il nido di una cicogna.
La strada principale piena di deliziosi negozi tra cui numerose panetterie le cui vetrine traboccano di Kuglehopf o Kouglof come lo chiamano loro.
Sono praticamente anni che desidero replicare questo dolce molto Natalizio (che però viene preparato in tutto il resto dell'anno), e qualsiasi delle ricette trovate in rete non mi soddisfava o aveva comunque qualche particolare che non riusciva a convincermi.
Sono incappata per caso sul sito di Marcotte (le blogger che hanno combattuto come me contro la dipendenza da Macarons, sanno di chi parlo) ed ho capito che era lei la ricetta che cercavo.
Fragrante, burrosa, con pochissimo zucchero e molta uvetta...un signor lievitato che magari non vi darà la soddisfazione di un Pandoro o un Panettone, ma che comunque richiede tempo e pazienza e non durerà molto sulla vostra tavola.
Non avendo a disposizione farina forte, ho voluto provare ad utilizzare la semola rimacinata Senatore Cappelli e l'intuito mi ha premiata. La semola ha contribuito a reggere la lievitazione ottimamente, ha conferito al dolce un profumo caratteristico ed il sapore riconoscibile della semola. Inoltre, il colore ...beh, valutate voi. Assolutamente buonissimo.
Ingredienti per uno stampo scanalato da 22 cm di diametro.
300 g di farina forte (semola rimacinata Senatore Cappelli senza tagli di altre farine).
35 g di zucchero semolato
1 cucchiaino di miele
6 g di sale
15 g di lievito di birra
125 g di uova
90 ml di latte intero
200 g di burro + per lo stampo
75 g di uvetta sultanina
kirsch (facoltativo - o altro liquore dolce in cui ammollare l'uvetta)
mandorle intere per la decorazione
zucchero a velo per la finitura
Nella ciotola della planetaria versate il latte intiepidito in cui farete sciogliere il lievito di birra con il cucchiaino di miele ed aggiungete 100 g di farina per realizzare un lievitino che farete riposare c.ca 1 ora coperto con un panno umido. Ponete la ciotola in un ambiente caldo (dentro il forno con la luce accesa va benissimo).
Quando il lievitino avrà raddoppiato il proprio volume, aggiungete nella stessa ciotola lo zucchero, le uova leggermente battute, il sale ed il resto della farina.
Con il gancio lavorate l'impasto a velocità media dai 10 ai 15 minuti fino a che la pasta non si staccherà dalle pareti lasciando la ciotola lucida.
A questo punto cominciate ad aggiungere il burro ammorbidito a dadini, pochi alla volta facendoli incorporare bene prima di aggiungere i successivi, e continuate ad impastare fino a che il burro non sarà ben incorporato.
Da questo momento continuate ad impastare: l'impasto risulterà morbido ed appiccicoso ma con il lavoro comincerà a essere liscio e lucido, incordandosi al gancio e staccandosi dalla ciotola lasciandola pulita. Continuate ad impastare e prima di smettere fate la prova del "velo": prendete con due dita una estremità dell'impasto e tirate verso l'esterno: se la pasta è elastica e non si strappa raggiungendo uno spessore di trasparenza come quello di un velo, allora il vostro impasto è pronto.
Aggiungete a questo punto l'uvetta sgocciolata, impastate qualche istante per incorporarla e distribuirla bene, quindi togliete la ciotola dalla planetaria, copritela con un panno umido e fatela lievitare almeno un'ora.
Imburrate lo stampo e disponete una mandorla in ciascuna scanalatura alla base.
Togliete l'impasto dalla ciotola: sarà estremamente morbido ed un po' appiccicoso. Consiglio di cospargervi le mani di un goccio d'olio prima di maneggiarla.
Prendetela con delicatezza e allungatela in maniera da avere una sorta di rotolo da sistemare nello stampo circolare. Spingete bene l'impasto nello stampo quindi lasciate nuovamente riposare il tutto per un'ora sempre nel forno al calore sviluppato dalla luce accesa e coperto sempre da un panno umido.
La pasta dovrà raddoppiare di volume ed arriverà ad emergere dal bordo del vostro stampo.
Infornare a 180°C e far cuocere per 30/35 minuti (la mia era cotta perfettamente a 35 minuti, ma fate comunque la prova stecchino e valutate in base alle calorie sviluppate dal vostro forno).
Rovesciate la torta su una griglia e fatela intiepidire.
Cospargete di zucchero a velo e se vi piace, lucidiate le mandorle con una goccia di miele.
Se la consumate il giorno dopo, ricordate di scaldarla lievemente per riprendere la fragranza data dal burro.