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Kurt Cobain (R.I.P.) - Nevermind (Nirvana, 1991)
Creato il 05 aprile 2013 da Frank_romantico @Combinazione_CDiciannove anni fa. Cos'è successo diciannove anni fa? Diciannove anni fa io ne avevo solo dieci, di anni, e per ovvi motivi non mi accorsi di nulla. Sinceramente non ricordo neanche cosa si disse, tra tv e radio, quel cinque Aprile del 1994, ma diciannove anni fa un lutto sconvolse il mondo della musica. Un lutto forse preannunciato ma sicuramente inatteso. Spiazzante. Diciannove anni fa si tolse la vita Kurt Cobain.
Cobain era il front-man e leader dei Nirvana. Cantante dalla voce inconfondibile e chitarrista (scarso). I Nirvana arrivarono sulla scena di Seattle più o meno alla fine degli anni '80 e si sciolsero con il suicidio del cantante che li aveva voluti e formati. Tra l''87 e il '94 i Nirvana produssero tre dischi, una raccolta di b-sides, un disco unplugged e uno live. Formarono, assieme ad altri esimi colleghi, quello che poi fu definito "grunge". Non un vero e proprio genere ma un termine attraverso cui identificare modi diversi di fare musica accomunati da un luogo, un periodo e un appeal. Di questo "movimento" i Nirvana rappresentarono il lato più punk e quello più pop. Un ossimoro. Una contraddizione che però funzionò tanto dal punto di vista artistico quanto da quello commerciale. Poi Kurt l'artista, il rocker, il drogato e il povero bambino biondo timido e incapace a vivere decise di spararsi e mettere fine al dolore. All'epoca non lo sapevo, ma questo avrebbe condizionato per sempre la mia esistenza.
Non c'è molto da festeggiare, però non potevo non parlarne. Per farlo nel migliore dei modi meglio ricordarci della musica che questo ragazzo ha saputo creare. Nulla di particolarmente riuscito dal punto di vista tecnico, ma sicuramente in grado di trasmettere qualcosa. Altrimenti non si spiega come un gruppo come i Nirvana sia riuscito a scivolare sotto la pelle di ascoltatori tanto diversi ed eterogenei tra loro. Tra i dischi più famosi della band c'è sicuramente Nevermind. Il più famoso, non il più riuscito. Quello che ha saputo scalare le classifiche e divenire un vero e proprio manifesto generazionale. Capace di fondere le tre anime dei tre ragazzi di Aberdeen: il punk, il rock e il pop. 1991, il primo singolo fu Smells Like Teen Spirit, così fresco e potente da spopolare. Nessuno se lo aspettava, nessuno conosceva questi ragazzi che avevano registrato, fino a quel momento, un solo disco (Bleach). Boom, l'esplosione. Ma Neverminde non è solo Smells Like Teen Spirit. A dire il vero Kurt arrivò ad odiare quella canzone. Strofa/ ritornello, strofa/ritornello, un classico. Solo che i Nirvana rielaborarono la formula spingendola al massimo, alternando strofe melodiche a ritornelli estremamente rock, ripetitivi, ossessivi. Il cantato rabbioso che si alterna a quello più calmo e pacato, inframezzato da riff elettrici acidi e molesti, ma con un non so che di commerciale. Un po' come in Drain You. O la rabbia sottolineata dai salti di tonalità come in Lounge Act. O ancora la calma pop di Come As You Are e In Bloom per passare a un pezzo riflessivo e maliconico dal sapore beatlesiano con Something in the Way. Per non parlare della dura Lithium e della punk Stay Away, fino alla ghost track furiosa Endless, Nameless, improvvisata e registrata in un momento di profondo nervosismo. Tutto in 13 tracce che scivolano via e un po' fanno male un po' divertono. E' così che dovrebbe funzionare la musica.
Insomma, c'è tanto da ascoltare in Nevermind. Tanto da odiare, volendo, tanto in cui riconoscersi. Non importa. Nel bene e nel male questo disco è stato importante. Per gli ascoltatori, per i musicisti, per l'industria. Per me. Non è un caso se si trova alla diciasettesima posizione nella lista dei 500 migliori album stilata dalla rivista Rolling Stone. O forse sì. Intanto Kurt è morto diciannove anni fa e io ne sento la mancanza. Addio, Mr. Cobain. Il mondo non si è ancora dimenticato di te.
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