Un classico moderno
“Rottamazione” per Renzi non è un’epifania.
Dal Solone del libro vibra l’Apofonia.
Buon che in Arno sciacqui i panni,
Ma si asciugheranno in anni.
La sua rivoluzione per ora è in libreria.
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Per carità, anche se l’editoria è in crisi vale ancora la pena di farsi propoganda da cotanto pulpito.
Certo che oggi guardavo Iron Man e pensavo a lui, al Sindaco di Firenze. Non ne sbaglia una. Ah sì, le primarie, ma la colpa è del partito. E la “rottamazione”? Dai, quella era una mossa a effetto. Come Iron Man di ritorno dall’inferno anche lui fa pubblica ammenda, ma lo spettatore sa che è da questo momento in poi che la Cosa diventa interessante.
E poi c’ha questo vantaggio che avete tutti voi toscani, e che a me personalmente mi ipnotizza. Che non vi si può dire niente sulla lingua.
Apofonia. Sentito? Che bella parola. Io non la conoscevo prima. È vero che non ho fatto buone scuole, e che ho una laurea tecnica, ma un po’ di greco mi pare di averlo studiato. Eppure, lui che dice di aver ricevuto il voto anziché il veto mi incanta, e subito lo paragono all’eroe Marvel.
apofonia
[a-po-fo-nì-a] s.f.
- In linguistica, alternanza di una vocale o della quantità vocalica (breve o lunga) in parole derivate dalla stessa radice, per cui si determinano forme grammaticali e lessicali diverse (p.e. in lat. facio/feci).
- In retorica, artificio stilistico consistente nell’accostare o far rimare parole assonanti o fonologicamente simili, per ottenere particolari effetti espressivi, come, per es., nel verso di Dante (Inf. I, 36) «Ch’i’ fui per ritornar più volte vòlto», o come le rime degli stornelli (v. anche paronomasia).
Niente, vincerà sulla lunga distanza. Così lunga che mi sa che arriverà a temere anche lui la parola “rottamazione”.
E, a proposito di greci, il Solone che passò alla Storia, nonostante la sua buona volontà, aprì la strada alla tirannide. Speriamo che Renzi se ne ricordi a tempo debito.