Premetto che non ho nulla contro questa frase. L'abito fa il monaco. E, certo, alla fine quello che conta e' la sostanza, ma l'abito, qualsiasi abito, rappresenta una scelta e quindi la persona che lo indossa. Dopotutto se non dessi importanza all'abito non sarei qui a parlare di moda e oltre.
Detto questo, stasera sono ritornata, dopo circa tre mesi, nella vecchia e cara Milano. Citta' che ho tanto amato in passato, citta' ambita, citta' invidiata. Ora la sento estranea, lontana da me.
Sono stata in un posto nuovo, in un luogo nuovo. La prima domanda: una citta' e' bella per i fasti del passato? O e' bella perche' ha saputo mantenere la sua bellezza storica? O, ancora, e' bella perche' ha saputo affiancare a cio' che era, qualcosa di altrettanto bello, ma nuovo? E' una domanda che mi pongo spesso quando guardo alle nostre citta'. Una domanda a cui io so dare una risposta seguendo la mia percezione di bellezza e non sottraendomi al paragone inevitabile con le altre citta' europee. E rimango sempre delusa quando vedo occasioni sprecate, da parte di coloro che, grazie al loro potere, non riescono a rendere le nostre citta' strepitose partendo cosi' avvantaggiati.
Arrivata al ristorante (un po' vecchio per essere nuovo) ho subito un trattamento molto provinciale. Sinceramente non ho dato molto peso alla cosa. Non bado piu' a queste cose. E' passato molto tempo da quando, appena ventenne, ho suonato al campanello di un ristorante milanese, famoso, e mi sono sentita rispondere che non avevano posto. Sara' stata colpa dei jeans e del giubbino in pelle nero, dei vent'anni e dei tre Dove che avevo in mano, in cerca del posto per le vacanze successive.
Da quando frequento New York e Los Angeles (ma credo anche da molto prima) ho imparato a guardare oltre. E non dico, badate bene, a non giudicare dalla copertina, ma a giudicare (se di giudizio si puo' parlare) bene dalla copertina. E' il lavoro piu' difficile: capire chi hai davanti. E non e' per tutti. Ci sono tanti modi di discriminare e l'abito e' uno di questi. Detto questo, ero, ovviamente, vestita benissimo. Certo, non avevo il tailleur, il mezzo tacco, la cintura griffatissima in vista e non ho baciato gente al tavolo a fianco. Non ero neanche impagliata come tanti ospiti presenti. Ho sorriso quando ho pensato alla mia Los Angeles, ai personaggi tatuati, a quelli famosissimi, alle celeb mondiali che solo li' incontri.
Li' dentro ho visto solo una persona di gran classe: Franca Sozzani. Elegantissima nella sua semplicita'. Anni luce da tutti gli altri.
L'abito fa il monaco? Si. Ma chi ha deciso come deve vestirsi?
S.
P.s. Il ristorante? Una delusione. Ma ho visto anche un Geronimo La Russa amabilmente contrariato.
Location:Milan