Magazine Società

L’abolizione della noia

Creato il 16 maggio 2011 da Andreapomella

L’abolizione della noiaA volte provo a cercare nella vita le tracce di quel respiro armonico, di quella concatenazione di avvenimenti, che in genere costituisce l’anima dell’arte del romanzo. L’unità di cui si compone un romanzo è fragile. Un romanzo è tenuto insieme soltanto da alcuni personaggi originali e dalle loro macroscopiche azioni. Eppure la pretesa del romanzo è di assomigliare alla vita, cercando di comprendere l’aspetto più profondo della natura umana. Quando ero un ragazzo e leggevo libri difficilissimi per costruirmi, almeno nelle intenzione, fondamenta solide e sicure, pensavo a come fosse difficile rendere per iscritto la noia. La vita vera è fatta per tre quarti di noia, e i grandi romanzieri dell’Otto e del Novecento possedevano la qualità di saper rendere questa parte sostanziale del vivere. Quello che si è perduto nell’arte del romanzo negli ultimi vent’anni è probabilmente questa capacità di restituire sulla pagina scritta il gigantesco tedio dell’uomo di fronte allo scorrere del tempo. Una delle prime cose che viene rimproverata oggi a un testo letterario è l’incapacità di “scorrere”, il difetto di non far fluire gli eventi lontano dalla noia. Si accusano gli ultimi attardati di essere “prolissi”, di indugiare troppo “nelle descrizioni”. Eppure, lo scrittore è l’essere più inconcludente dell’universo, la ripetitività del suo lavoro in natura è pari solo all’erosione eolica. E accusare uno scrittore di essere “descrittivo” è come rimproverare un calciatore di giocare “coi piedi”. Nell’arte del romanzo, l’abolizione della noia e il regresso della letteratura da forma d’arte a intrattenimento capitalista, sono inscindibili.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :