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L'acido lattico aiuta a capire se si va incontro a un parto vaginale o a un parto cesareo

Da Mammanews
L'acido lattico aiuta a capire se si va incontro a un parto vaginale o a un parto cesareo
L’utero è un muscolo e come tutti i muscoli produce acido lattico. Sì, avete capito bene. Proprio quell’acido lattico responsabile di dolori che ci impediscono di alzarci dal letto se il giorno prima siamo state colpite dalla sindrome del “corro in palestra perché non ho più scuse”.
I ricercatori della compagnia privata svedese Obstecare hanno pensato di misurare i livelli di acido lattico nell’utero per riuscire a predire con una certa sicurezza se la partoriente potrà sostenere un parto spontaneo o se invece avrà grandi probabilità di andare incontro a un parto cesareo.
La notizia è stata data dalla BBC: il muscolo (e quindi anche l’utero) produce acido lattico quando è messo sotto sforzo e se i livelli di acido lattico sono troppo alti di fatto inibiscono le contrazioni e rendono praticamente impossibile un parto vaginale, anche in caso di somministrazione di ossitocina.
I ricercatori svedesi hanno scoperto che se i livelli di acido lattico prodotto dall’utero sono bassi è probabile che la donna sia in grado di sostenere le contrazioni e un parto vaginale, mentre se i livelli sono alti vuol dire che l’utero è estremamente affaticato e che con molta probabilità si finirà con un parto cesareo. L’utilizzo capillare di questo test permetterebbe, secondo i ricercatori dell’Università di Liverpool, una riduzione del 25% del numero di parti cesarei.
Sembra pioneristico ma in realtà questo tipo di esame è già usato in Norvegia, Svezia e Belgio, con buoni risultati, sembra.

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