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L’acqua si sta alzando

Da Marcofre

Lo scrive Carver nel libro “Niente trucchi da quattro soldi”. Lui si riferisce però alla poesia, che io non frequento, non conosco: colpa della scuola. Un po’ come “I Promessi Sposi”: mai letti. La scuola.
Confesso che mi piacerebbe dire: “È stato un complotto. Essi non mi hanno mai capito, ero troppo oltre”. In realtà, avevano capito tutto.

Non è questo il punto però.
C’è in quella frase dello scrittore statunitense una sconfinata saggezza. Che ovviamente può essere interpretata in maniera balorda. Per esempio: è un invito a fare in fretta; dopotutto l’acqua si sta alzando, no?

No.

È un invito a far bene. A fare meglio. A lasciare qualcosa capace di tracciare una direzione, offrire una speranza. Non è affatto necessario lasciare tanto; questo è il sogno di chi nella testa ha supermercati e strade a otto corsie.
Se osserviamo le nostre città, le uniche cose che producono sono la troppa luce, il troppo rumore, la troppa spazzatura.

Non solo produciamo male, ma pure in quantità. Anche la narrativa non si sottrae a questa regola. Però come dice Carver, l’acqua si sta alzando. Il tempo scarseggia. È un bene.
In queste condizioni, si è portati a riflettere, a chiedersi che cosa è importante. Una volta scovata la risposta, a lavorarci sopra come muli.

In fondo, occorrerebbe preoccuparsi non di ciò che ci accade, ma di quello che noi NON facciamo accadere. Vale a dire il bello, l’arte. Nemmeno ci sforziamo, ci manca persino l’aspirazione a migliorarci, a credere in qualcosa di più grande. Più opportunità (come il self-publishing) vuol dire maggiore cura. Non sciatteria e mediocrità in quantità industriali.

Chissà se saremo in grado di raccogliere la sfida e di vincerla.


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