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L’”affaire Lassini”. Uno, nessuno, centomila: proprio come le Papi girls

Creato il 20 aprile 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
L’”affaire Lassini”. Uno, nessuno, centomila: proprio come le Papi girls“La questione è che dalle liste elettorali non è possibile dimettersi né autosospendersi”, parola di Antonio Di Pietro a Lucia Annunziata in “1/2 Ora”. Allora in cosa consiste il passo indietro di Roberto Lassini? In un bel gesto e nulla più, visto che l’unica cosa che può fare il plagiario dell’ideatore dell’equazione Br=Pm, è quella di dire agli elettori di non votarlo. Ma dopo che Silvio si è schierato decisamente dalla sua parte, “Fossi stato in lui non avrei mollato”, ha detto Berlusconi dell’affaire Lassini, c’è il rischio che il candidato consigliere comunale di Milano, ex democristiano, prenda una valanga di voti a sua insaputa. D’altronde ormai tutti sanno che nel Pdl accadono frequentemente fatti senza che il destinatario di leggi o di prebende ne sia al corrente, tutto avviene ad insaputa dei beneficiari...mai che ci ritrovassimo sul nostro conto corrente 10mila euro a nostra insaputa, forse dovremmo iscriverci al partito dell’amore dove i miracoli avvengono sul serio. Insomma, alla fine di questa storia grottesca, l’unico che ci avrà rimesso sarà il povero Lassini colpevole di aver ripreso una frase del suo padrone facendola stampare sui manifesti. Chissà come, chissà perché, a parte l’onnipresente Di Pietro, quando Silvio lanciò la sua pesantissima accusa ai pm milanesi tacciandoli di “brigatismo giudiziario”, nessuno emise più di un flebile lamento né tantomeno dal Colle uscì fuori la parola “ignobile”. La frase del presidente del consiglio venne ritenuta una delle sue solite uscite sopra le righe e nulla di più, salvo poi rendersi conto che forse non tutto quello che il premier dice resta senza conseguenze. Questa è la ragione per la quale Lassini, in un primo momento, si è incazzato di brutto e ha lasciato intendere che “se tirano troppo la corda potrei dire tutto”. Cosa avrebbe potuto dire l’ex esponente della Dc milanese non lo sapremo mai, probabilmente avrebbe fatto i nomi dei mandanti ma, allo stato delle cose, resta un’ipotesi non verificabile. Questa bruttissima storia non è che una delle mille vicende che stanno accompagnando il tramonto “incandescente” di Silvio verso la sua fine ineluttabile, identificabile in quel fenomeno naturale chiamato “notte”, dalla quale non è dato di sapere come, e se, se ne verrà fuori. Tutto sembra congiurare perché il tramonto tardi il più possibile, perfino una questione seria come quella della riproposizione del nucleare in Italia. Pur di non far raggiungere il quorum al referendum di giugno e ritrovarsi a fare i conti con il “legittimo impedimento” Silvio, informato dai suoi sondaggisti che il quesito più “sensibile” è proprio quello sull’energia zozza, ha dato mandato ai giannizzeri di cancellare il nucleare dal programma del governicchio. Detto fatto, dopo aver costituito commissioni, gruppi di lavoro, task-force e authority (con a capo nientemeno che lo scienziato Umberto Veronesi), Silvio ha detto “non se ne fa nulla, mica posso correre il rischio che la gente mi voti contro per quattro centrali del cazzo!” E così il nucleare italiano tramonta senza neppure aver visto l’alba. E mica finisce qui perché l’altra ideuzza che sta girando in queste ore in testa al Capo, è quella di estendere il “porcellum”, cioè il premio di maggioranza previsto per la Camera, anche al Senato: un voto in più e Silvio si ritroverebbe con una Camera blindata e un Senato altrettanto. La sua elezione alla presidenza della repubblica sarebbe cosa fatta, come cosa fatta la nomina di cinque suoi maggiordomi alla Corte Costituzionale. Cosa potrebbe accadere a quel punto? Non vogliamo pensarci. Mentre tutto sembra andare per il verso giusto, aumentano però in modo esponenziale i guai interni al Pdl, dove si sta svolgendo una vera e propria faida familiare. La parola d’ordine è “tutti contro tutti”. Scajola contro gli ex di An, Micciché contro Scajola e gli ex di An, il delfino Angelino, detto Alfano “‘o guardasigillidelculodisilvio” contro Micciché, Scajola e gli ex An. E, come se non bastasse, i Responsabili si sono rotti la minchia di aspettare: “O le nomine o il governo cade”, sembra abbiano detto a un Gianni Letta che non sa più, letteralmente, che pesci pigliare. Ma si sa, Berlusconi è uomo dalle mille idee e dalle infinite risorse, un invito in una delle sue ville alla Scilipoti Truff  Band, alla Calearo&Co. e alla RPF (Razzi Pompe Funebri) per la santa pasqua e il problema è risolto. Un giro di lap-dance, un bacino al fallo di Priapo, una tastatina al culo della Minetti e Scilipoti addiverrà a più miti consigli. D’altronde quale donna, anche con un solo neurone, potrebbe mai soddisfare il regale augello dell’agopunturista di Barcellona Pozzo di Gotto se non per espressa volontà dell’Imperatore? Finirà, tutto questo finirà. Te lo leggo negli occhi. Tu lo leggi nei miei.

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