*«a giugno l’occupazione nelle grandi imprese (in termini destagionalizzati) resta invariata rispetto a maggio sia al lordo sia al netto dei dipendenti in Cassa Integrazione Guadagni (CIG) […]. Rispetto a giugno 2013, l’occupazione nelle grandi imprese diminuisce dello 0’8% al lordo della CIG e dello 0,5% al netto dei dipendenti in CIG. Al netto degli effetti di calendario, il numero delle ore lavorate per dipendente (al netto dei dipendenti in CIG) diminuisce, rispetto a giugno 2013, dell’1,2 % […] Sempre a giugno la retribuzione lorda per ora lavorata (dati destagionalizzati) ha registrato una diminuzione dello 0,5% rispetto al mese precedente. In termini tendenziali l’indice grezzo aumenta del 3,3%. Rispetto a giugno 2013 la retribuzione lorda e il costo del lavoro per dipendente (al netto dei dipendenti in CIG) aumentano rispettivamente del 2,2% e dell’1,6%. Considerando la sola componente continuativa, la retribuzione lorda per dipendente aumenta rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, dello 0,4%»;
*«BOOM AGRICOLTURA . Crescita record delle assunzioni in agricoltura, con un incremento record del 5,6% nel secondo trimestre 2014 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati ISTAT in occasione della diffusione dei numeri sull’occupazione nelle grandi imprese italiane a giugno. Il trend positivo dell’agricoltura – sottolinea la Coldiretti – è il risultato di una crescita record del 27,6% al Nord e del 28,6% al centro, mentre si registra un calo nel Sud Italia (- 8,3%). Si stima peraltro – precisa Coldiretti – che abbia meno di quarant’anni un lavoratore dipendente su quattro assunti in agricoltura, settore in cui si registra anche una forte presenza di lavoratori giovani ed immigrati».
Da notare le ultime righe: un lavoratore dipendente su 4 ha meno di quarant’anni, una forte presenza di lavoratori giovani ed immigrati. Insomma, l’agricoltura sta dimostrando di essere un settore dal lavoro (quasi) sicuro, ove i giovani possono nel presente costruirsi il futuro, dove le diversità culturali, etniche, religiose etc. diventano piacevoli fonti di confronto civile e non di conflitti. Insomma, madre natura c’è. E l’agricoltura, non morirà mai e poi mai.
*Fonte: http://www.quotidiano.net/occupazione-grandi-imprese-istat-1.171998
Visto su El Nuevo Dìa e Il Malpaese