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L’Alaskan Malamute e gli altri maschi: le reazioni di Mercurio

Da Mercuriomalamute @mercuriomalamut
Mercurio (Alaskan Malamute) e Ares (lupo cecoslovacco): due cani dal temperamento forte, uniti da grande feeling

Mercurio (Alaskan Malamute) e Ares (lupo cecoslovacco): due cani dal temperamento forte, uniti da grande feeling

Si dice che, intorno agli otto-nove mesi, l’Alaskan Malamute inizi a cambiare carattere. Si dice che il rapporto fra il maschio Malamute e gli altri cani sia “una relazione complicata”, perché l’Alaskan ha un temperamento forte di partenza. Si dice anche che, per stabilire la gerarchia fra maschi Malamute, questi possano arrivare a uccidersi. Ora, tutto quello che vi posso dire al riguardo si basa solo su  osservazione diretta e giornaliera delle reazioni di Mercurio, un maschio equilibrato di Alaskan Malamute, la cui età è otto mesi.

Dai due mesi e mezzo ai sette mesi e mezzo di vita, Mercurio non ha mai reagito alle provocazioni di un Dogue The Bordeux appollaiato su un balcone, lungo il nostro usuale percorso per raggiungere la “toeletta alberata”  in cui Mercurio si sente comodo e sereno. Una mattina, come spesso accadeva, il Dogue ha iniziato a ringhiare dal terrazzo e ad abbaiargli contro. Fino alla sera prima, Mercurio lo aveva ignorato o, al massimo, si era stretto a me per paura (quando era molto piccolo). Quel giorno, invece, si è fermato, lo ha guardato dritto negli occhi e ha risposto vocalmente. Pelo irto e ringhio gutturale, della serie: “Non ti azzardare a scendere dal tuo terrazzo, perché se ti incontro, ora sono in grado di risponderti a tutti le cose che mi hai detto in questi cinque mesi“. Tempo poco e l’ho portato via. Lui non si è girato per continuare a discutere con il bestione sopraelevato. Ha “chiuso il capitolo” ed è andato avanti. Nelle ultime due settimane, quando passiamo sotto a quel balcone, il Dogue non esce oppure raramente ricomincia ad abbaiargli addosso (e quando lo fa, Mercurio gli ricorda che non è più incapace di difendersi).

Fino a qualche tempo fa frequentavamo, quasi giornalmente, un’area cani in zona. Mercurio era, fra tutti i cani, quello che si può definire il più forte a livello di carattere, se non vogliamo utilizzare la parola “capobranco”. Gli altri maschi, anche quelli con temperamento tendente al dominante, si sono messi a zampe all’aria più di una volta sotto Mercurio. Quando era cucciolo, lui si sottometteva senza problemi e non “faceva le finte”, capiva benissimo che, se si metteva giù, lì doveva rimanere, onde evitare problemi.

Un pomeriggio è entrato un cucciolo maschio di Boxer di nove mesi. Era un cucciolo dal temperamento evidentemente dominante, era insicuro e, soprattutto, era la prima volta che metteva piede in un territorio colonizzato da Mercurio e dagli altri, con poche femmine, tutte molto vicine al calore oppure superato da poco oppure, benché sterilizzate, mantenevano un odore forte e attrattivo. Questo boxer ha avuto la malaugurata idea di voler scalare le gerarchie nei primi cinque minuti e ha avuto la pessima idea di attaccare per primo Mercurio (ovviamente). Mercurio, dal canto suo, gli ha inviato dei segnali molto chiari per farlo desistere dal suo intento, ma poi ha reagito, mettendolo a terra con una sicurezza quasi da adulto e ringhiandogli molto forte addosso. Questo boxer continuava a non volersi sottomettere e la situazione era molto, molto brutta. Mercurio non lo ha morso, ma ha cercato di metterlo a zampe all’aria. Lui cercava continuamente di rialzarsi e sbattere a terra Mercurio. Sono riuscita a far allontanare Mercurio e ad aiutarlo a rilassarsi, mentre gli altri proprietari guinzagliavano il boxer, che continuava a provocare il mio, e a portarlo via. Sono convinta che, se fosse stato possibile lasciarli fare fino in fondo quello che stavano facendo, avrebbero trovato un equilibrio da soli. Mercurio sapeva esattamente ciò che gli stava chiedendo: di stare al suo posto. La cosa interessante è che, pochi minuti dopo la dipartita del Boxer, è arrivato un altro cucciolone Bovaro del Bernese, di otto mesi. Questo cane era sicuro e si vedeva lontano un miglio. Era consapevole della sua forza interiore. Sapete come ha reagito Mercurio che, in questo caso, ha capito di essere “inferiore” a lui? Gli ha leccato il naso, ha alzato la zampa, si è lasciato annusare e, tempo un minuto, era zampe a terra, pancia all’aria, messo così in maniera autonoma, mentre l’altro lo annusava con calma. Stabilito che il Bovaro era più forte, Mercurio ha iniziato a giocare con lui.

Un’altra situazione di questo tipo è avvenuta qualche giorno addietro: un Jack Russel dal temperamento insicuro, aggressivo a detta di varie persone e impaurito dalla stazza di Mercurio, ha avuto la simpatica idea di saltare al collo del mio Malamute, cercando di morderlo. Cattiva idea. Soprattutto perché Mercurio gli aveva mandato segnali pacificatori e inviti al gioco. Mercurio, attaccato, ha risposto sbattendolo a terra senza tanti problemi. Il piccolo, ovviamente, ha iniziato a fare tutta una scena vocale, che sembrava lo stesse sbranando. Mercurio lo teneva fra le zampe e gli chiedeva di smetterla: nel linguaggio Malamute questo significa vocalizzi di un certo tipo. Anche questo Jack Russel ha fatto le finte, senza sottomettersi. Anche in questo caso sono intervenuta e ho tolto Mercurio il quale, come sempre, si è lasciato condurre nell’altra panchina, si è seduto e si è rilassato. Non è passato molto tempo dall’arrivo di un Maremmano e di un misto Labrador (ad orari diversi), maschi e dominanti entrambi. La reazione di Mercurio? Riconosciuti come più forti, si è messo a pancia all’aria immediatamente, senza nemmeno provare a sfidarli, perché non ne aveva bisogno. La differenza la fa l’atteggiamento; questo ho capito.

Mercurio non attacca mai per primo, non cerca problemi, non vuole la rissa a tutti i costi, ma è in grado di difendersi e di prendere le parti di chi riconosce come parte del suo branco. Lo fa senza mezzi termini e senza tentennamenti. Una sera, per esempio, abbiamo portato i cuccioli a fare l’ultimo “giro della cacca”. Ero davanti io con la Principessina. Svoltiamo l’angolo e ci troviamo davanti un Labrador maschio, che inizia a ringhiare contro Sunrise e scatta in avanti, trascinando un poco il proprietario, per morderla al collo. Non è passato un secondo che Mercurio “è partito” in difesa di Sunrise. Io sono riuscita a tirarla via dai due bisonti e il mio compagno è riuscito a tenere a distanza Mercurio dall’altro cane. Il proprietario del Labrador ha fatto altrettanto, cambiando strada e andando via. Noi abbiamo ripreso la camminata dopo averli calmati entrambi. Quando il Labrador se ne è andato, Mercurio si è subito avvicinato a Sunrise e lei si è rapportata a lui come a dirgli: “Sto bene, tranquillo“. Nessuno deve toccare Sunrise in un modo che Mercurio ritiene inopportuno. Lui, anche sotto antibiotici, è stato in grado di mettersi in mezzo, tenendo a distanza l’altro cane dal corpo di Sunrise con tutto il suo corpo. Per fortuna, in questo caso, l’altro cane è stato sufficientemente saggio da inviare segnali di pacificazione e di cambiare atteggiamento nel gioco con Sunrise, fino ad andarsene letteralmente, comprendendo l’importanza di non varcare una certa linea.

Fino ad oggi, Mercurio non ha mai incontrato maschi adulti di Alaskan Malamute, quindi non ho un feed back da darvi al riguardo. Spero ciò accada e sono sicura che Mercurio saprà perfettamente come comportarsi e cosa fare. A volte ho la sensazione che ci sia molta confusione fra le persone quando si parla di “cani dominanti”, “cani aggressivi”, “cani problematici”. Mi sono trovata spesso a confrontarmi con l’idea che un cane equilibrato non debba mai rispondere a un attacco: questo è parzialmente corretto. Un cane sano non è un masochista. Se viene azzannato alla gola, è ovvio che risponderà per difendersi. Altrettanto ovvio è il rispetto delle gerarchie, soprattutto per animali fortemente gerarchici come i Malamute. Tutto sommato è semplice la questione: ognuno ha un suo posto. Fino a quando l’equilibrio viene rispettato, tutto fila liscio. Quando le cose iniziano a cambiare o arriva qualcuno che non ci sta, allora il discorso cambia. Difficile giudicare questo comportamento, visto che noi esseri umani lo mettiamo in atto ogni giorno, in famiglia, in ufficio, nelle associazioni, nelle amicizie, nei rapporti di coppia, nelle relazioni medico-paziente e così via.  Un cane equilibrato sa leggere le situazioni e sa essere saggio, capisce quando è il momento di intervenire. Mercurio lo fa quando è importante. In tutte le altre situazioni, lascia correre oppure manda segnali calmanti.

La razionalità e la capacità di leggere le situazioni non è sempre attiva, spesso un cane viene giudicato “colpevole” o “innocente” solo osservando la taglia, la stazza, non considerando gli eventi. Ho incontrato pochi proprietari capaci di ammettere che il loro cane di taglia piccola aveva dei problemi di aggressività, così come ho incontrato molti inconsapevoli di avere al guinzaglio una bomba ad orologeria, ovvero un maschio in via di sviluppo sessuale o adulto tenuto sempre in casa, con pochi stimoli e bassissima socializzazione. I problemi, per quel che ho potuto vedere, nascono sempre quando un cane dall’atteggiamento troppo spavaldo tenta di mostrarsi forte pur avendo paura oppure essendo insicuro. I cani che hanno fatto poche esperienze di vita e di incontri con altri animali sono cani da cui mi guardo, perché la loro fragilità è un pericolo per loro stessi.

Per quello che può valere, diversi proprietari mi hanno fatto i complimenti per come sono riuscita a gestire Mercurio in queste situazioni. Una signora mi ha detto: “Si vede che ti riconosce come capobranco, perchè l’hai chiamato e lui è venuto. Ti ascolta. Ci devi aver lavorato molto”. La mia risposta è stata: “Sarà un lavoro che durerà tutta la vita”. Un’altra signora ha apprezzato come sono riuscita a togliere Mercurio dal Jack Russell. Mi fa piacere ascoltare queste affermazioni, perché non ho avuto molti riconoscimenti in tal senso nel periodo di educazione. La “prova del nove” è sempre la vita quotidiana, quel che sai fare, quel che riesci a fare, quello che eviti di compiere. Un altro riconoscimento l’ho avuto all’interno della stanza del veterinario, quando Mercurio è stato sottoposto a degli esami antipatici e dolorosi da sveglio: lo abbracciavo e lui, pur manifestando il suo dissenso verso la verifica delle condizioni della sua prostata, non ha mai, mai, mai nemmeno tentato di mordere me o i veterinari. Si è appoggiato a peso morto con la testa sulla mia spalla e io lo tenevo stretto a me, cercando di rassicurarlo con le parole. I veterinari ci hanno fatto i complimenti per come lo abbiamo educato e come lo stiamo crescendo.

Devo dire che, a volte, vorrei non intervenire perché credo sia giusto dare fiducia a Mercurio. Ma un Alaskan Malamute mette paura alle persone, per il semplice fatto che è molto grande, che è voluminoso, che è lupino. Le persone associano spesso il lupo al pericolo. Per partito preso, quindi, è da tenere sotto osservazione. Poco importa che, all’analisi della realtà, Mercurio sia un cucciolone senza velleità di guerra.

Comunque sia, questi sono i motivi per cui ho “battuto tanto” sul tema dell’educazione del’Alaskan Malamute nei mesi precedenti. Quando arriva la vita quotidiana, bisogna essere preparati e bisogna saper gestire la situazione, per non arrecare danni a nessuno e per vivere una vita serena, piena di cose belle per l’animale e per noi umani. Si tratta solo di una banalità: la responsabilità del vivere civile. Niente di più.


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