La notte non riesco a dormire.
Le dimostrazioni di affetto di June (leccate a volontà) e le preoccupazioni per il viaggio non favoriscono il sonno.
Forse, però, c’è qualcosa di più profondo che non mi fa chiudere occhio.
La nuova vita che si sta aprendo all’orizzonte mi ha portato a riflettere su quella passata.
Girandomi e rigirandomi, tra una leccata e l’altra, mi son chiesta:
“Davvero non bisogna pentirsi delle scelte che abbiamo compiuto?”
Spesso ho sentito dire:
“Non mi pento affatto di quello che ho fatto nella vita"
Sinceramente, a volte, ammetto di aver pronunciato io stessa queste parole.
Infatti, fino a pochi mesi fa avrei fatto rispondere la voce altezzosa dell’orgoglio:
“Rifarei tutto!”
La vergogna di non ammettere di aver commesso un errore sembra invece che sia scomparsa di fronte all’imminente viaggio.
Ho sentito il bisogno di risolvere delle cose che ho lasciato in sospeso per anni.
Ecco così che mi sono ritrovata a ricercare un’amica che ammetto di aver abbandonato, sostanzialmente per paura ed egoismo.
Era un’amicizia molto bella. Lottavamo con fantasmi molto simili.
Perché sono scappata? Molte volte la domanda è rimbombata nella mente, cadendo nel silenzio.
La conclusione a cui sono giunta è che a volte si è gelosi dei propri problemi.
Li custodiamo come dei tesori preziosi.
Vorremmo che fossero solo nostri e di nessun altro.
Per sentirci speciali, unici.
Almeno questo è quello che è capitato a me.
E lo ammetto: me ne pento