Chi era Giovanni Falcone
Articolo La stampa
Bene, si potrebbero aggiungere cento e cento articoli ancora su questo argomento, le pagine ci scorrerebbero davanti senza sosta, dovremmo immaginare fiumi d’inchiostro che vengono versati per onorare la memoria, il pensiero, la grandezza, l’onestà, l’eroismo, la semplicità e la fierezza di questi due uomini, eppure ancora non avremmo detto nulla, non si sarebbero trovate le parole adatte, le parole sufficienti, le parole degne a rendere merito alle loro vite trucidate.
Quello che fa più male non è che siamo tutti uomini, ossia nati per morire, ma che alcuni di noi, i migliori, vengono lasciati durante la loro vita soli ed offesi, umiliati e scherniti, e si debba aspettare di vederli cadaveri per iniziare il corso delle Celebrazioni, delle finte Commemorazioni, dei falsi mea culpa…
Quello che invece Falcone e Borsellino hanno significato davvero per la Sicilia e per l’Italia forse un giorno qualcuno lo capirà veramente, forse è già tra noi quel cuore e quella mente che seriamente si impegnerà su questa strada, sulla stessa strada squarciata e sventrata dove due uomini per bene, loro davvero brave persone, sapevano già di andare a morire eppure hanno accettatto il loro destino in silenzio, senza fare tanto rumore per nulla.
E’ proprio a questa persona, è ai suoi amici, è alla sua famiglia, è ai suoi figli che un giorno quest’uomo partorirà come nati da una pianta nuova e ridente, che io vorrei con doverosa umiltà dedicare queste povere ed indegne parole.