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L’albero di natale vero (e certificato) e’ piu’ ecologico di quello finto

Creato il 09 dicembre 2010 da Rossellagrenci

L’ALBERO DI NATALE VERO (E CERTIFICATO) E’ PIU’ ECOLOGICO DI QUELLO FINTO

“Acquistare un albero di Natale vero piuttosto che uno finto è più vantaggioso per l’ambiente, ma anche per l’economia e la società”.

E’ quello che leggo su GreenMe, lasciandomi un pò perplessa… Però continuando la lettura vengono date tutte le motivazioni, e allora mi sono convinta che non è poi così sbagliato.

 

 Infatti, come fa notare anche Pefc Italia “la plastica deriva dal petrolio e quindi a costi ambientali e di smaltimento molto elevati; poi l’abete in casa respira, assorbendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno, ma anche rilasciando oli essenziali che purificano e aromatizzano la stanza”. “Con l’acquisto dell’abete si valorizza un’attività produttiva che dà reddito a un migliaio di piccole aziende agro-forestali in aree marginali creando una economia integrativa a tante famiglie che lavorano nelle Alpi e nell’Appennino” spiega Antonio Brunori, segretario generale del PEFC Italia. Come? “Gli abeti di origine italiana presenti sul mercato natalizio derivano per circa il 90% da coltivazioni specializzate, cioè da piantagioni, che occupano stagionalmente oltre mille piccole aziende agricole in Italia. C’è poi un importante numero di piante (il restante 10%) che sono vendute senza radici, cioé cimali o punte di abete: queste derivano dalla normale pratica di gestione forestale che prevede interventi colturali di “sfolli” o diradamenti, operazioni indispensabili per lo sviluppo delle foreste più pulite e più fruibili”, rende noto il PEFC Italia. “Con queste piantagioni arboree e con queste operazioni selvicolturali si contribuisce a migliorare l’assetto idrogeologico delle colline e a contrastare l’erosione e gli incendi, perché gli abeti sono generalmente coltivati soprattutto in terreni marginali altrimenti destinati all’abbandono”.

…Altre indicazioni per la scelta dell’albero giusto arrivano dal Pefc: “È importante fare attenzione al tagliando che troviamo sull’albero o sul cimale: fra le informazioni riportate in etichetta deve esserci indicata la provenienza da coltivazioni specializzate, che ricordiamo garantisce un buon indotto e la valorizzazione per le zone marginali dove vengono coltivati; la nazionalità, che garantisce, nel caso dell’utilizzo della pianta per il rimboschimento, che non ci sia mescolanza genetica tra le specie autoctone e quelle provenienti dall’estero; l’età dell’albero, più è giovane e più è piccolo, maggiori sono le probabilità di sopravvivere, anche per un miglior rapporto tra quantità di chioma e di radici.”

Buon acquisto!… E per decorarlo?

Meglio sarebbe, secondo la Coldiretti, tornare alle origini anche per quanto riguarda l’allestimento del nostro albero: decorarlo come facevano nella Germania del VII secolo, dove gli abitanti addobbavano le querce con pietre colorate, sostituite in seguito con ghirlande, nastrini e frutti colorati per non appesantire troppo i rami o rischiare di danneggiare l’albero. In questo modo vince l’ambiente, ma anche la creatività. 
Ad esempio, luci e palline possono essere sostituite con mele rosse, verdi e gialle, ma anche con mandarini, limoni e arance, oppure collanine fatte con pasta, frutta secca, oppure  statuine e formine fatte con il pane, con la pasta frolla per i biscotti o il marzapane: un modo più economico per decorare l’albero e renderlo anche goloso.

http://www.greenme.it/


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