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L'Alchimia del Bogha. L'arte fotografica coglie la "la luce". Sandro Brant espone al Consolato Generale d'Italia di Nizza

Creato il 27 ottobre 2010 da Robertoerre

Sandro NizzaSandro nizza 2

 Si è svolta nei giorni scorsi al Consolato Generale d'Italia di Nizza, la cerimonia di premiazione a Cavaliere dell'Ordine della Stella della solidarietà italiana, riservata agli italiani all'estero. Il prestigioso conferimento è stato assegnato a Paolo Celi. Creata creata dalla Repubblica Italiana nel 1947 per premiare i meriti degli italiani all'estero. Il riconoscimento è stato consegnato dal Console Generale d'Italia di Nizza, Agostino Lionello Chiesa Alciator. Paolo Celi è un promotore immobiliare e costruttore. Nato a Terni in Italia nel 1970, città nella quale l'architetto rinascimentale Antonio Sangallo ha passato gli ultimi anni della sua vita. Legami importanti con Nizza perché Sangallo fu autore del primo disegno rappresentante l'antico sito di Cimiez, alla fine del XV secolo. Per celebrare l'occasione è stata allestita una mostra d'arte curata da Mirella Sotzu che ha invitato il fotografo Sandro Brant ad esporre sei opere intitolate L'Alchimia del Bogha, ognuna delle quali porta il nome di Armonia, Satsang, Evoluzione, Creazione, Beatitudine e Illuminazione. All'inaugurazione hanno partecipato anche il ministro dell'Industria francese e sindaco di Nizza Christian Estrosi e Rudy Salles vice presidente dell'Assemblea nazionale francese. Tra i presenti c'era anche Toblà Ravà vincitore della seconda edizione del Concorso internazionale dell'arte Gemlucart di Montevcarlo, oltre ad Alessandro Tofanelli di professione regista televisivo e l'artista pop Andy ex sassofonista e tastierista dei Bluvertigo.

 

Stella

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le Alchimie in luce di Sandro Brant

Il percorso creativo di Sandro Brant giunge all'espressione artistica, declinata nell'arte fotografica, dopo una profonda riflessione interiore. La sua è una necessità imperativa nel lavorare attraverso una meditazione globale e foriera di emozioni in cui non c'è spazio per il clamore dell'odierna civiltà, la caduta di valori primari sacrificati in nome di una tecnologia avanzata quanto esasperata. Nella volontà espressiva del fotografo vediamo impellente il desiderio di sacralizzare la conoscenza metafisica dell'animo umano; basti pensare alla ritrattistica che contraddistingue molta parte del suo impegno professionale. Non solo nei ritratti di personaggi dello star system, ma anche nell'aver realizzato numerose campagne stampa internazionali, commissionate da prestigiosi marchi. In Sandro Brant c'è una precisa volontà di carpire dall'ignoto e svelare al suo pubblico, l'essere umano nella sua interezza, fragilità, ed interiorità. La luce e le sue forme fotografate prendono vita e si caricano di senso compiuto. È legittimo credere quanto sia importante esprimere la luce di un universo umano e metafisico. Non è improprio affermare che di luce stiamo parlando in questi suo scatti fotografici assurti ad opere artistiche. Astratte per l'osservatore, non per Sandro Brant che conosciamo persona attenta e sensibile, nell'osservare la realtà in cui tutti siamo partecipi distratti. Egli è capace di dare un senso compiuto ad una sincera meditazione. La sua arte imprime vita ad elementi recuperati all'oblio, dopo un lungo sonno e 'risvegliati' dall'occhio supportato dal suo strumento professionale. Riporta alla luce - affermazione apparentemente metaforica - quanto evidente all'atto dello sguardo, posato sulle sue opere, di forme e colori inafferrabili, se lasciate al normale agire di un quotidiano in cui tutti vivono tramite accelerazioni sospinte da uno stile frenetico. Cogliamo il suo intento di interrogare le dinamiche esistenziali nell'accezione più laica del termine, seguito da una riflessione su tutto ciò che lo circonda. Le sue opere sono il risultato scaturito dal passaggio di un tempo finito, proprio dell'esperienza umana, ad un eterno spirituale.La luce impressa sulla carta diventa eterna, reviviscente, immutabile, per l'ammirazione di coloro vogliano avvicinarsi a lui. Un dono di semplicità e generosità.

Roberto Rinaldi

L'ALCHIMIA DEL BHOGA

È la luce. È lei la voce a cui dare senso al mio percorso di ricerca. Da sempre sospinto verso orizzonti astratti in cui trovare la giusta collocazione di una personale meditazione, alla base di tutta la mia indagine espressiva. È una luce che prende forma e nome nel momento stesso della sua genesi interiore, profonda, ricercata e desiderata. Si evolve e si trasforma in un'immagine compiuta. Il punto di arrivo di una ricerca di sé scaturita da un lungo e laborioso processo alchemico in grado di accedere ad un reale potenziale, grazie al quale, entità che prima sembravano impossibili e distanti, diventano possibili. Nascono da elementi inconsci e divengono solari, luminosi e dotati di energia vitale. Abbandonano un'esistenza relegato nell'oblio per assumere un'identità certa e perdurante nel tempo. Il desiderio è quello di condurre lo sguardo sull'essenza delle mie opere, svelando ciò che mi mi è più caro: il mistero dell'esistenza. Il mistero della nascita e l'attenzione sull'infinito fonte suprema di tutti gli esseri.Un'illuminazione esistenziale? Credo si possa parlare di materia, energia, di narrazione cosmogonica, ovvero di concetto di nascita, di generazione ma anche ri-generazione. Un quesito esistenziale che pone l'attenzione sull'origine della vita. La luce come potente indagatore dell'universo per molti versi ancora sconosciuto; la luce come uno strumento di trasformazione e cambiamento, fonte di comprensione, libera per chi la osserva. Partendo dall'osservazione di cosa ci sta più vicino si estende la ricerca verso mondi più lontani, pure sempre dentro di noi.

Sandro Brant

 


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