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L’allergia alla rivoluzione

Creato il 02 ottobre 2013 da Spagnuoloirene

allergia_rivoluzioneGli italiani sono allergici alla rivoluzione. Non alla parola, di quella fanno uso e talvolta abuso senza alcuna crisi respiratoria o di orticaria. Ma alla sostanza.

Le azioni rivoluzionarie sono praticamente il vero tabù italiano. Non che la scoperta sia mia, purtroppo è dato rilevato e arcinoto da parecchio. E’ che oggi più che mai il tallone d’Achille duole e fa a pezzi il cammino civile.

A me umanamente questa cosa stritola cuore e cervello. Vorrei capire ma non ce la faccio. Sono bloccata dal terrore. Quello di realizzare che è un male incurabile. Che non c’è prospettiva di liberazione.

Alla fine è meglio morire o vivere nella disperazione?

Drammatica domanda. Aggrapparsi emotivamente al battito della sopravvivenza è un impulso naturale, forse. Ma non potrebbe esserlo altrettanto, vista l’indolenza e la rassegnazione, consegnarsi alla sepoltura?

Nell’oscena tarantella della politica non c’è altro che la nostra miserabile italianità. Eppure lì ci diamo da fare con l’insulto e la condanna, quasi ci sollevasse da ogni altra incombenza, ci assolvesse da tutte le colpe e ci restituisse intatta la dignità.

Slabbrati e sfibrati come stracci lanciamo freccette fuori bersaglio. Un po’ ingenui, un po’ menefreghisti, un po’ flaccidi, un po’ intriganti.

E dove diavolo sono i fari dello spirito? In verità ci sono ma non hanno alcun appeal. Hanno perso smalto e carisma. O sono indaffarati in qualche alta strategia e si faranno vedere chissà quando solo ai pochi superstiti dello sbando totale.

D’altra parte i pochi volenterosi della rivoluzione, seria e pacifica, sono messi al palo. Come poveri illusi, noiosi predicatori, personaggi fuori moda. E allora i fari possono pure lanciare segnali e illuminare la rotta dei naviganti ma quasi nessuno se ne avvede.

Che tristezza. Chinare il capo e attendere con speranza è un esercizio di tortura.

Finché la barca và lasciala andare…Però quando affonda non perdere tempo a piangere, accusare, prestare soccorso. Si salva solo chi può.


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