Ascoltare il comizietto di questo post-democristianucolo, che Galliani & C. vorrebbero come Re Travicello di una federcalcio asservita ai loro voleri, è una cosa che mette i brividi. Non solo per il razzismo che emana da ogni parola, ma per l'assoluta incapacità di mettere insieme due frasi che significhino qualcosa. E quando ci prova, arriva il disastro. La frase razzista da curva sud: quell'osceno riferimento ai giocatori (negri, immagino) che "fino a ieri mangiavano le banane". Quindi se col beneplacito dei Galliani e dei Lotito vogliamo ai vertici del calcio chi anzichè colpire i lanciatori di buh! e di banane, li sdogana e fa loro il controcanto, non prendiamocela solo coi coatti di periferia che si producono ogni settimana in prodezze di questo genere. Sembra che ai vertici della piramide Forza Italia & C. vogliano, fortissimamente vogliano, questo figuro (carico d'anni, di razzismo e di condanne passate in giudicato). Nel suo genere, un "maitre-à-penser": l'uomo giusto al posto giusto. In curva Sud, a tirare banane ai negri, e a ricordar loro che sono appena scesi da un albero. Quella che segue è la terrificante testimonianza video su colui che dovrebbe guidare la più potente federazione sportiva italiana.
C'è un'altra cosa che agli occhi di Forza Italia rende sappetibile un personaggio simile: la ricchezza di condanne accumulate in anni da politicante marginale. Ecco cosa scrive su di lui Wikipedia, nel capitoletto a lui dedicato:[...] Esponente della Democrazia Cristiana, diplomato in Ragioneria ed ex dirigente bancario, è stato sindaco di Ponte Lambro (suo comune di nascita, in provincia di Como) per quattro legislature consecutive, dal 1976 al 1995.
In ambito calcistico, dopo quindici anni come presidente di una società dilettantistica, ricopre l'incarico di consigliere del Comitato Regionale Lombardia della Lega Nazionale Dilettanti, diventando poi nei successivi quattro anni vice presidente della stessa LND. Nel 1996 viene eletto a capo proprio del Comitato Regionale Lombardia e nel 1999 è votato presidente della LND. Dal maggio 2007 diventa vice presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio assumendone la funzione di vice presidente vicario nel 2009.]
Candidatura alla presidenza della FIGC - A seguito delle dimissioni irrevocabili di Giancarlo Abete, nell'estate del 2014 si candida alla presidenza della FIGC forte anche dell'appoggio di diciotto club della Serie A. La sua candidatura viene però messa in forte discussione dopo l'affermazione:
"L'Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che Opti Pobà è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così. In Inghilterra deve dimostrare il suo curriculum e il suo pedigree..."
Frase pronunciata dal palco durante l'assemblea estiva della Lega Dilettanti e riferita al tema controverso dei calciatori extracomunitari che militano in squadre italiane. In molti tra cui esponenti di primo piano del PD, SEL, AssoCalciatori e AssoAllenatori (nelle loro rispettive figure guida di Damiano Tommasi e Renzo Ulivieri) negano l'idoneità della sua persona a ricoprire l'incarico di nuovo numero uno del massimo organo calcistico italiano, mentre viene difeso da altre parti dove spiccano dirigenti di Forza Italia e UDC che difendono le sue parole.
Procedimenti giudiziari e condanne - Carlo Tavecchio è stato processato e condannato cinque volte. È stato condannato a 4 mesi di reclusione nel 1970 per falsità in titolo di credito continuato in concorso, a 2 mesi e 28 giorni di reclusione nel 1994 per evasione fiscale e dell'Iva, a 3 mesi di reclusione nel 1996 per omissione di versamento di ritenute previdenziali e assicurative, a 3 mesi di reclusione nel 1998 per omissione o falsità in denunce obbligatorie, a 3 mesi di reclusione nel 1998 per abuso d'ufficio per violazione delle norme anti-inquinamento, più multe complessive per oltre 7.000 euro [...]
Chiudiamo questo osceno post col breve articolo scritto da Fabrizio Bocca per Repubblica:Folgorato dalla luce divina di Galliani & Lotito e investito dai signori della serie A come prossimo monarca feudale, Carlo Tavecchio ha gesticolato dal primo pulpito che capitava il progetto del nuovo calcio italiano.
Più italiani, più campioni e meno "vu cumprà". Che non è razzismo, ma come dice lui parlare chiaro. Preso dalla parte ha cominciato a descrivere a braccia larghe un calcio a strati, fatto di assemblee, segreterie, direzioni orizzontali, delegati, cabine di regia ("tra gli orizzontali e il segretario generale"), presidenze, che invece di pallone sembrava un comizio di Peppone alla Casa del Popolo.
E consapevole del compito di grande riformatore il prossimo monarca ha fatto la voce fina fina e si è commosso quando ha detto che la "federazione è madre". E dunque la mamma ha bisogno di rispetto e dignità, altrimenti si sa che le voci poi corrono e le famiglie vanno a rotoli. Agitando le mani ispirato ha descritto, come tutti i suoi predecessori, un calcio finto che non vedremo mai, in cui gli stranieri che vi mettono piede non sono emerite schiappe comprate per portare i soldi all'estero ma campioni sopraffini; serie A, B e C torneranno dei campionati veri e non un'accozzaglia di partite noiose e se non addirittura comprate; i giovani talenti sostituiranno vecchi spompati che si sbattono per centomila euro in più; gli stadi non avranno più barriere così gli ultrà si massacreranno con una certa comodità; il ct sarà il primo capo della catena, lui dice "filiera".
Pur non volendo fare la figura del Re Travicello sa bene che se davvero diventasse il nuovo n.1 del calcio, non potrà mai firmare un solo pezzo di carta che disturbi le congreghe che ora lo portano sul trono di Roma. Però un po' di scena va fatta. Tavecchio - "sono notoriamente monocratico" - è sagace, uomo del fare, un vecchio DC con le maniche rimboccate. Con lui il calcio sarà limpido e avrà idee chiare. E anche se un po' razzista, pazienza. In Inghilterra giocano gli extracomunitari col "pedigree", "mentre in Italia Optì Pobà mangiava le banane adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così". Per fortuna c'è ancora gente come lui.