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L’Almanacco del Giallo: una stanca compilazione anacronistica

Creato il 18 giugno 2012 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Senza giri di parole, l’Almanacco è una pubblicazione senza vita.
Gli articoli che riassumono le annate sono compilati in modo superficiale, lasciando ampio e inutile spazio alle trame, senza alcuno spunto critico di rilievo e, facendo rapidi conti, presentando un numero davvero limitato di uscite (in particolare nella sezione dedicata ai romanzi). Gli articoli di approfondimento nella terza sezione dell’Almanacco hanno anch’essi un taglio leggero, grazioso, ma noioso e senza idee degne di nota.
Nel complesso, sembra trattarsi di un prodotto editoriale compilato senza passione, come un compitino necessario ma meccanico, quasi burocratico (avete presente quel faticoso ma necessario rito annuale dei consuntivi aziendali?).
Inutile aggiungere (o forse no!) che i tempi e i modi con i quali le informazioni prendono forma nell’Almanacco sono largamente superati dalla diffusione di internet, tanto da fare di questa formula un esempio chiaro di anacronismo editoriale.

Le storie della giovane Julia non aiutano a risollevare le sorti dell’Almanacco del Giallo.

L’Almanacco del Giallo: una stanca compilazione anacronistica> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="275" width="283" alt="L’Almanacco del Giallo: una stanca compilazione anacronistica >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-53332" />A prescindere dalle specifiche trame delle storie dei diversi anni, la Julia tardo-adolescente che abbiamo letto finora è caratterizzata male: è già adulta negli atteggiamenti, nelle parole, nei bisogni, per quanto inesperta dal punto di vista professionale. Il contesto in cui si muove è stranamente impersonale, molto più di quello delle storie mensili.

Una leggerezza che non ci aspetteremmo da Berardi e collaboratori, per la quale trovo difficilmente una ragione, se non una complessiva difficoltà nell’immaginare una Julia diversa da quella del presente. In fondo, se ci ricordiamo com’eravamo dieci, venti anni fa, non è facile riconoscerci in questo presente, per quanto sia possibile scorgere i semi di quello che saremo diventati. Ecco, Berardi non è riuscito a trovare un reale equilibrio tra coerenza e incoerenza del passato rispetto al presente.
E per il concept di un personaggio, o di una serie nella serie, non è poco.

In definitiva, l’Almanacco del Giallo si rivela quantomeno sfocato nella sua validità editoriale, dimostrando una certa rigidità nell’impostazione delle proposte della casa editrice, e confermando la difficoltà di essere al passo coi tempi.

Abbiamo parlato di:
Almanacco del Giallo 2012
Giancarlo Berardi, ,, Enio, Steve Boraley
Sergio Bonelli Editore, maggio 2012
176 pagine, brossurato, bianco e nero e colore – 6,00€
ISBN: 977112262630020115

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