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L’altra anima del Museo di Capodimonte: l’Appartamento Reale

Creato il 09 aprile 2015 da Vesuviolive
L’altra anima del Museo di Capodimonte: l’Appartamento Reale

Appartamento Reale

Prosegue il nostro viaggio tra gli splendidi musei napoletani. Dopo l’approfondimento sulla collezione Farnese, all’interno del Museo Capodimonte di Napoli, è arrivato il momento di conoscere meglio gli ambienti dell’Appartamento Reale. Come accennato precedentemente l’edificio conserva in sé due anime: museo e residenza. La moderna sistemazione dell’Appartamento Reale segna le tappe, in una sequenza cronologica, dei cinque sovrani borbonici, dei due sovrani francesi e dei due duchi d’Aosta, che hanno abitato il palazzo. Importante premettere che l’edificio divenne realmente un’abitazione soltanto dopo l’importante intervento di Gioacchino Murat. Anche se fu Ferdinando II a favorire gli interventi di ampliamento degli appartamenti privati del palazzo. Fino a questo momento l’assenza della strada di collegamento con il centro della città e la carenza d’acqua avevano fatto sì che Carlo III e Ferdinando di Borbone preferissero vivere nel Palazzo Reale, nella Reggia di Portici o in quella di Caserta.

Il percorso all’interno dell’Appartamento Reale prevede la visita sia di ambienti monumentali quali la “Sala della Culla”, il “Salone delle Feste” e il “Salone Camuccini”, sia di piccoli ambienti privati, più intimi, come la “Camera da letto” e il “Salottino di porcellana”.

salaculla

Sala della culla

La prima grande sala che il visitatore incontra all’interno del museo è la “Sala della Culla”. Questa stanza fu chiamata così poiché accolse la culla che il comune di Napoli donò ai Savoia per la nascita di Vittorio Emanuele III nel 1869, oggi conservata alla Reggia di Caserta. In precedenza, negli inventari, era indicato come “Salone color cece” per gli affreschi in cui spiccava l’elemento floreale. La sala, dotata di camini progettati dall’architetto Antonio Niccolini, ospita un pavimento proveniente da una delle ville imperiali di Capri.

Altrettanto imponente è il “Salone delle feste” costruito a metà del Settecento. Realizzato per essere la stanza più maestosa del palazzo, inizialmente doveva ospitare la collezione Farnese, successivamente fu destinato alle celebrazioni della casa reale. Tra il 1830 e il 1840 il salone fu ridecorato da Salvatore Giusti, con opere che si ispirano agli affreschi presenti a Pompei ed Ercolano. Dell’arredo originale fanno parte gli specchi e i lampadari in cristallo. Il pavimento  è in marmo siciliano con intarsi che creano disegni geometrici. Tra gli illustri personaggi che furono ospitati in questa sala si ricordano il principe Metternich e l’arciduca Massimiliano d’Asburgo.

L’altra anima del Museo di Capodimonte: l’Appartamento Reale

Salone Camuccini

Uno degli ambienti più affascinanti dell’Appartamento Reale è il “Salone Camuccini”, ricco di dipinti di Pietro Benvenuti, Paolo Falciano, Francesco Hayez e Vincenzo Camuccini, da cui la stanza prende il nome. Di quest’ultimo sono la “Morte di Giulio Cesare” e “Uccisione di Virginia”. Il salone custodisce anche una collezione di statue, risalente al XIX secolo e ispirate al neoclassicismo canoviano, e alcuni reperti provenienti dagli scavi archeologici di Ercolano. Presenti anche delle consolles realizzate da artisti napoletani.

La “Camera da letto”, è chiamata così poiché ospitò Francesco I di Borbone e Maria Isabella di Spagna. Detta anche “Alcova dipinta alla pompeiana”, la sala presenta sulle pareti delle decorazioni a tempera che riprendono quelle degli affreschi pompeiani e di Ercolano. La tappezzeria, anche se in parte è andata perduta, era in seta, realizzata interamente dalla Real Fabbrica di San Leucio.

L’altra anima del Museo di Capodimonte: l’Appartamento Reale

Salottino di porcellana

Infine il “Salottino di porcellana”, proveniente dalla Reggia di Portici. Realizzato per Maria Amalia di Sassonia, moglie di Carlo di Borbone, fu trasferito a Capodimonte nel 1866, mentre il soffitto fu portato solo nel 1957. Le pareti sono formate da lastre di porcellana incastrate fra loro con perni e chiodi. L’ambiente è decorato con temi floreali di ispirazione cinese.

Fonti: Nicola Spinosa, Mariella Utili, “Museo di Capodimonte”, Milano, Touring Editore, 2002

Mario Sapio, “Il museo di Capodimonte”, Napoli, Arte’m, 2012


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