L'Amanita#40 - Una fortuna pericolosa
Creato il 15 giugno 2014 da Loredana Gasparri
Una fortuna pericolosa Ken FollettVedo il titolo e Neurino-mio attacca a cantare “Fortune rota volvitur: descendo minoratus; alter in altum tollitur, nimis exaltatus…”. Mai sfidare la fortuna, già: è una ruota che gira. Giro il libro e leggo:
Inghilterra 1866. La tragedia irrompe in uno dei collegi più esclusivi del Regno: uno studente muore annegato in un misterioso incidente che vede coinvolti anche due giovani eredi della famiglia Pilaster, ricca dinastia di banchieri. Fatale disgrazia o qualcosa di più complicato? È l’inizio di una spirale di intrighi e vendette destinata a durare più di vent’anni, una guerra per il potere e il denaro combattuta con il sesso, l’affetto, il delitto e la minaccia. Per amore o per orgoglio, nessuno sembra disposto a fermarsi davanti a nulla, in una lotta senza quartiere che rischia di travolgere tutti quelli che sono coinvolti.Dai circoli in cui si riunisce l’alta società londinese alle case di tolleranza dove quella stessa società consuma i suoi più inconfessabili piaceri, dalle sale da ballo ai sontuosi uffici di chi governa la finanza internazionale…Due fratelli, Toby e Joseph Pilaster. Toby sceglie di lavorare in proprio e fallisce, Joseph – non so ancora se odio o meno la sua formidabile moglie Augusta – prosegue l’attività di famiglia. I loro figli: Hugh intraprendente e col fiuto per gli affari schiacciato dal suicidio del padre Toby ed il cugino Edward, debole e succube della madre. E attorno a loro un mondo che salta fuori dalle pagine: adoro Follett. I suoi personaggi, i suoi contrasti, le ambientazioni. C’è l’umanità nei suoi libri. L’essere umano in tutte le sue sfumature, dall’infimo all’eccellente passando per ignobili, infami, viscidi, ambiziosi, mediocri, buoni…
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