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L’America ha svoltato?

Creato il 04 maggio 2013 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Logo-TgLa7È un  dato di fatto, per la prima volta negli Stati Uniti i disoccupati sono scesi al livello di prima della crisi della fine del 2008. Tg La7  ci informa che potrebbe essere la fine di un ciclo negativo, tant’è vero che le borse di tutto il mondo hanno festeggiato. Chissà, potrebbe essere un passaggio importante, quello tanto sospirato, che aiuterebbe un po’ tutti ad uscire, almeno in parte, dai guai.

Il vento della ripresa soffia  e  la crisi morde meno negli Stati Uniti e tanto basta ai mercati, almeno ad alcuni di essi, per prendere il volo: è record a Wall Street dove l’indice generale Dow Jones saluta il calo della disoccupazione superando, per la prima volta nella sua storia, quota 15 mila punti. L’economia statunitense ha generato 165 mila nuovi posti, sopra le attese degli analisti che ne avevano previsti 145 mila. I mercati si aspettavano un tasso di disoccupazione stabile al 7,6%. Il governo ha inoltre rivisto al rialzo i nuovi posti non agricoli generati nei due mesi precedenti.

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È solo vana gloria? Difficile a dirsi.

Quando nel dicembre del 2008 i dipendenti newyorchesi della Lehman Brothers venivano buttati fuori, armi e bagagli dai loro uffici, tutti sapevano che la bancarotta globale dell’economia sarebbe finita dov’era cominciata: negli Stati Uniti. È presto per dire che questo momento è arrivato, ma non si può fare a meno di notare come alcuni segnali, dall’altra parte dell’oceano siano molto, molto positivi, al punto da influenzare i mercati e far toccare i livelli record alle borse. È soprattutto Wall Street a festeggiare, con una giornata storica che vede il Dow Jones oltrepassare per la prima volta i 15.000 punti. Il via libera agli investitori lo fornisce il tasso di disoccupazione degli Stati Uniti sceso al livello più basso da quel dicembre nero.

Non era previsto. Come non era previsto che in un mese si creassero 165.000 nuovi posti di lavoro e che i dati della disoccupazione venissero ritoccati al rialzo. Spiazzati gli analisti che avevano presagito un miglioramento, ma non così accentuato e queste cifre sono una prova del buon lavoro della Casa Bianca e della ripresa dell’economia americana dopo la più dura recessione dal dopoguerra. Molto comunque resta da fare in tema di misure per la crescita e tagli equilibrati, per questo il presidente Barack Obama lancia l’ennesimo appello al Congresso, perché vari in tempi rapidi le misure necessarie per la crescita e la creazione più veloce di posti di lavoro. E perché sostituisca i tagli automatici alla spesa con un piano di riduzione del deficit che sia equilibrato. Un piano sul quale democratici e repubblicani non hanno ancora trovato l’accordo.

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Queste sono le notizie che potrebbero rivelarsi importantissime per il nostro futuro e succedono nello stesso giorno in cui ritiriamo la pagella dall’Europa e assistiamo al paradosso che l’Italia è sotto il deficit/pil e Francia e Olanda no. Secondo la Commisione europea, l’Italia, resterà sotto la soglia del 2.9%, come previsto dai nostri governi, restando fuori dalla procedura dell’inflazione per eccesso di debiti, mentre Francia e Olanda non ce l’hanno fatta.  Bruxelles attende intanto “con impazienza” i dettagli del piano di stabilità e del programma di riforme.  L’Italia si avvia verso l’uscita dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo, una decisione attesa per la fine di maggio. Il nostro Paese, però, resta ancora in recessione e alle prese con un debito e una disoccupazione record.

Succede questo sotto le nubi europee , dati piovuti dritti e severi da Bruxelles, l’ennesima certificazione che per noi segnali di ripresa non ce ne sono, forse a fine anno, ma proprio, forse. Il tasso di disoccupazione nel 2014 sarà sopra il 12% . andrà insomma peggio di adesso, motivo per cui rasserenarsi è difficile. Mentre gli Stati Uniti esultano, l’Italia resta tra l’incudine e il martello.  I dati del deficit/pil , il fatidico scompenso matematico, l’assillo del ragioniere, finalmente viaggiano e grazie a questa nota

Ue: Italia migliora rapporto deficit-Pil: 2,9% nel 2013 e 2,5% nel 2014, ma disoccupazione crescera' al 12,2% nel 2014
, l’unica intonata restiamo sotto il 3%. E ci mancherebbe pure il contrario, considerati i sacrifici dell’Imu, della spending review e di tutto il resto al quale l’Italia si è obbligata per riuscirci. Quel 2.9% confrontato con il 3.9% della Francia e il 4.1% dell’Olanda un po’ inorgogliosisce, è qualcosa per cui dire che il vento, certo a caro prezzo, un po’ è girato, anche per noi.

E in questo turbinio di dati e rivalutazioni il periodo è cruciale, ma noi, non manchiamo di metterci in mostra per lo sport che riusciamo a fare meglio e cioè i dissidi e le baruffe politiche. Non si finisce di discutere sull’Imu che subito appare un’altra baruffa riguardante la convenzione per le riforme,  che sembra fatta apposta per far litigare i due partiti maggiori. Il governo, reggerà alla prova della coesione? …e anche questo è Italia!


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