L’amicizia al tempo di Facebook

Creato il 16 novembre 2014 da Lele2481 @GabrieleGranato

Forse il buon Mark, quello di Facebook, ha travisato il concetto di amicizia, lo ha reso ancor più commerciale di quello che già è, ha contribuito ad incasinarci i pensieri, e le relazioni, ancor di più come già lo siano.

Oggi basta un clic per essere amici.

Nella vita vera, quella lontana da una tastiera di un computer, per la maggiori parte delle persone invece l’amicizia è quella cosa che si vede nel momento del bisogno. Un concetto certamente più stringente del semplice clic, ma a parer mio ancora lontano dalla realtà.

Se dovessi essere amico di tutte le persone che mi hanno dato una mano quando ne avevo bisogno, ora dovrei essere amico del bidello del mio liceo che mi fece entrare in palese ritardo il giorno dell’ultimo tema d’italiano, di un simpatico signore toscano che tra i boschi dell’appennino mi rimise in moto l’auto oppure il dottore che mi aggiusto un osso del piede nonostante non fosse in servizio.

Insomma se fosse così sarei pieno di amici e anche tutti voi!

Invece l’amicizia non è questa, non c’entra niente con il “bisogno” o la “necessità” e l’aiuto.
Anzi è proprio l’opposto, l’esatto opposto.

Ed anche la Treccani sembra pensarla come me, non citando assolutamente questi valori, infatti letteralmente:

“l’amicizia è la comunità tra due o più persone, unite da affetti e da interessi, ispirata da affinità di sentimenti e da reciproca stima”

In altre parole ciò che sto tentando di dirvi è che gli amici non sono le persone che vi tendono una mano nel momento del bisogno, o comunque non è questo a renderli vostri amici. Potrebbe esserlo, ma anche no.

In molti infatti – sicuramente la maggioranza – aiutano gli altri per puro egoismo, magari una forma positiva di egoismo, ma non certo per “affinità di sentimenti o reciproca stima“.

Altri lo fanno banalmente per puro tornaconto economico: ti aiuto oggi così tu aiuterai me domani.

Bene o male, cotta o cruda, questa non è amicizia. La stima reciproca dov’è? I sentimenti? Bah, io non li vedo.

L’amico è colui che sta con te senza chiederti nulla in cambio, l’amico è colui che ha piacere a star con te e sa che tu non vuoi nulla da lui, l’amico è colui il quale ti sbatte in faccia la verità perché non ci sono legami oltre quello

Alla luce di questi valori, quante amicizie sono palesemente finte?
Quante amicizie si reggono solo su interessi economici o professionali?
Quante amicizia sono solo una pantomima (faccio finta di essere tuo amico, perché tu hai i soldi e io ne ho bisogno)?

In un mondo che si regge sul “puro interesse“, nel quale il concetto di amicizia viene svalutato da persone senza scrupoli, è quasi ovvio che il sistema amicale di Facebook vada alla grandissima: tutti vogliamo essere amici del riccone con i soldi, del potente di turno, del personaggio noto.

L’amicizia al tempo dei social network è una vera schifezza, ma custodisce un grande dono, ti permette di capire la distanza che c’è (o che ci potrebbe essere) tra te e loro:
tra te che non dai e non vuoi niente in cambio dai tuoi pochi e veri amici, e loro, quegli altri, quelli che se ci pensi ti fanno una gran pena.

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