Quella che fu uccisa perché non le riuscivano più i biscotti al forno come una volta. Disse così il marito quando lo arrestarono, prima mi amava e ci metteva passione a farmi le cose, poi non le è importato più niente di me, bruciava i biscotti. Quella che finì al creatore per un quadro appeso storto. Lo sapeva, disse il marito, che io tutto sopporto, tranne i quadri appesi storti. Quella che finì all’obitorio per dieci minuti di ritardo. Mai una volta puntuale, disse il fidanzato mentre lo portavano via. E tutte le altre morti assurde, per un po’ di sale in più nell’insalata o per il tubetto del dentifricio vuoto. E tutte le morti per un NO. Mariti rifiutati nel letto e amanti rifiutati nella vita. Bambini di 90 chili che uccidono perché si è rotto o gli hanno tolto il giocattolo. Le passioni che si trasformano in capricci, ma non per questo sono meno furiose. Anzi deflagrano come bombe. Le passioni che non hanno più lo sfogo delle parole. I sentimenti covati in solitudine in case dalle pareti sempre più spesse, in città senza luoghi comunitari dove condividerle. Le emozioni soffocate dalla precarietà del lavoro e delle esistenze. A Tahiti parlano una lingua dove ci sono parole per esprimere il dolore fisico, ma non quello psichico: la percentuale dei suicidi nella popolazione è altissima. Non riescono a metabolizzare il dolore spirituale, lo sfogano irrazionalmente. Noi abbiamo quelle parole, ma non le usiamo più. O le usiamo male: le parole dell’amore stereotipate delle fiction che non insegnano l’amore. Ci vogliono parole per dire l’amore, ci vuole un vocabolario per raccontarlo, senza un lessico l’amore diventa assassino. Perché rimane infantile, non cresce, è banale nella maggior parte dei casi, scoppia brutale in alcuni frangenti. Che diventano sempre più numerosi: le donne uccise aumentano di anno in anno, in parallelo con l’imbarbarimento del lingiuaggio e delle relazioni sociali. E si riaffermano gerarchie primordiali, la sopraffazione del maschio, il primato della forza fisica sul ragionamento. E ne subiscono le conseguenze gli individui più deboli fisicamente, come nella giungla: le donne. Ma anche i bambini. Dove cessano le parole inizia il corpo a corpo. Te la prendi con il nemico più facile da battere a sberle: non hai fegato con il tuo capo, c’è tua moglie a casa a farti da punching ball. Fino a quando non la uccidi per una pasta scotta.
Lucia Del Grosso