L’amore non ha rispetto, ma lo vuole,
egoista e scontento quando non ha
il richiesto, e non dà che le briciole
buone, leccate come dal cane, il bianco
e pure il nero, alla cintola del padrone
lungo i fianchi, e il vento, ch’è più freddo.
Aria di mare, impovvisa, piena di ricordi
sfollati, ricordi brumosi e vaghi, di sere
e di cento notti troppo lontane per farne
esempio; così sono sul ciglio della mente.
E vago allora, di vaghezza in vaghezza,
verso spiagge che non ho mai visto,
atlantiche rovine dentro tesi scogli, e cirri
s’alzano quasi al sole; e poi sogno l’amore,
che non ha rispetto, ma lo vuole, lo tira
a sè come un contratto scritto, firmato
da tutte e due le parti; l’amore concuoce
sul mio petto le uova della morte, scioglie
del burro nero che subito si raffredda,
mi fa sentire distanti arpeggi di chitarra,
come se lui suonasse, adesso, da un esilio.
[Immagine - Franz Krauspenhaar - Il bacio, da Il caso Thomas Crown.]