
Certo questo periodo è davvero assurdo, e lo è anche cinematograficamente parlando. Non solo ho poco tempo per vedere film e di conseguenza per scrivere, ma quei pochi che riesco a vedere sono ciofeche immani. Ma prendiamola con la giusta filosofia, e pensiamo che alla fine piuttosto che niente sia meglio piuttosto. Mmm, ho i miei dubbi lo ammetto.
L'amore è imperfetto è il primo film della scrittrice Francesca Muci, mi raccomando da non confondere con L'amore imperfetto di Giovanni Davide Maderna. Io non ho la più pallida idea di chi sia 'sto qua, però mi sembrava giusto dirlo, dal momento che l'ho appena scoperto anch'io. Dunque la Muci che fa di bello? Beh, chiaro che la risposta sia "un cavolo di niente".

Questo film risulta essere un patetico tentativo di raccontare l'amore più complesso dal punto di vista della donna, molto spesso non compresa e più facilmente giudicabile. L'amore imperfetto in realtà non parla d'amore, ma di come la vita e le svariate delusioni possano cambiare il tuo percorso. Di come determinate esperienze ti portino col tempo a pensare a cose fino a ieri impensabili e, soprattutto, a riconsiderare tutto ciò che va messo sotto la nuvoletta gonfia dell'ammore. Non è che ci riesca eh, attenzione. Purtroppo nulla va come dovrebbe e la povera regista esordiente dimentica che per rendere credibile una storia, bisogna se non altro caricare la giusta dose di anima e quel briciolo di pathos che perfino Sentieri o Terra Nostra avevano.La protagonista femminile Elena/Anna Foglietta è (poverina) incapace di rendere quello che forse aveva in mente la Muci. Non è che slinguazzare un sigaro e fare lo sguardo da gatta morta, basti a fare un film passionale e stimolante dal punto di vista erotico. Qualcuno, mi spiace, ma dovrà pur farglielo capire. Ma d'altronde, ci siamo rinvigorite e ringalluzziti con il best seller delle sfumature grigio/rosso/nere o simili...

Per l'appunto...
La cosa più ridicola è il tentativo di raccontare l'amore imperfetto che si riconduce banalmente al rapporto con una ragazzina, al voler dare libero sfogo a passioni illecite perché mai pensate prima. Così come il rapporto con un uomo più grande o la scenata al ristorante di fronte a colui che di punto in bianco ti si rivela come la più terribile delle sorprese. Gli attori non reggono la storia che poteva essere e, non è stata. Nel baratro ci si arriva con l'accenno ad una delle cose più orribili che a una donna possano capitare. Una maternità negata, una figlia messa al mondo e lasciata all'uomo che ci ha stravolto l'esistenza. Una donna dietro la macchina da presa non può accennare con superficialità tanto dolore. E quella stessa macchina che poi si poggia sul sorriso di una bambina ormai cresciuta, non comunica nulla di più di quello che potremmo definire: un film imperfetto.
