Eccomi qui, oggi soffio sulla candelina della 18°settimana. La panza è letteralmente esplosa negli ultimi dieci giorni (anche se sono stata bravissima e ho preso meno di un kg) e la pupazzetta, a giudicare dal fatto che dieci giorni fa mi ha dato il primo calcio e che ieri ha picchiato sufficientemente duro da fare il bozzo sulla pancia, direi che sta benissimo. In realtà, dicono che il primo figlio non si faccia sentire prima della 20°settimana ma secondo me la ragazza ha sentito tutte le volte che i dottori l’hanno data per spacciata e ci tiene a dire la sua…secondo me, è anche probabile che non si tratti di calci ma di gesti dell’ombrello…Oggi, poi, su “Cosa aspettarsi quando si aspetta”, leggendo il paragrafo dedicato alla 18° settimana, ho fatto una scoperta che veramente mi ha tolto un sacco di preoccupazioni. Cito testuali parole “A 18 settimane, il bambino è lungo 14 cm e pesa circa 150g (in pratica come un petto di pollo ma molto più carino)”. Meno male, va, pensavo di dare alla luce una specie di cotoletta invece dovrebbe venire un po’ più graziosa…
Comunque, tutto fila liscio, io sto alla grande, Maschio Alfa vive appeso alla mia panza manco fosse un koala, la nonna è fuori di sé dalla gioia e la zia risponde ai miei dubbi minimo 4 volte al giorno tipo un centro assistenza.
Comunque, ora posso camminare un po’ e fare brevi tragitti con la macchina, non tutti i giorni e non in posti dove non mi possa mettere seduta come e quando voglio ma posso. Così, due giorni fa, ho deciso di testare la situazione e ho fatto un giro al centro commerciale. Premetto che non mettevo il naso di casa per fare qualcosa che non fosse una visita dal 28 gennaio. Tant’è, ho questo enorme centro commerciale a dieci minuti da casa e siamo andati. Tutto in ordine, prova superata brillantemente, se continuo su questa china forse, dico forse, prima che nasce la ginecologa mi darà persino il permesso di fare qualcosa di eclatante, tipo una passeggiata a Villa Borghese. Ma tanto, a quel punto, sarò incinta di otto mesi, farà un caldo bestia, avrò una panza così e rimarrò a casa comunque.
Abbiamo fatto il giro dei negozi per bambini per avere un’idea dei seggiolini auto e del trio. Lo so che è presto, ma ricordatevi che io non ho un uomo, ho un Maschio Alfa Ponderatore Estremo: vi dico solo che per una banalità come il mio pc portatile mi ha fatto fare TRE VOLTE il giro di SETTE NEGOZI, dopo di che ha spulciato su internet una settimana per valutare il rapporto qualità/prezzo finché non ho perso la pazienza e ho fatto di testa mia. Alla domanda “perché hai scelto proprio questo?” la mia risposta è stata “uno valeva l’altro. Solo che questo è Viola”. Capite bene che se ci abbiamo messo un’eternità per scegliere un computer, per il trio e i seggiolini auto è meglio che inizi a farlo girare ora, altrimenti la poveretta nascerà e non avrà altra soluzione che imparare a camminare da subito come gli gnu. Che poi, io già lo so, per il seggiolino sarà una roba sfiancante. E’ inutile che vi dica che lo vuole in tinta con gli interni dell’auto, vero?
E’che io e Alfa siamo veramente opposti rispetto a certe cose. Io non agisco di impulso, ma comunque mi butto con entusiasmo e coraggio (o sarà incoscienza?) nelle esperienze, poi magari gli ultimi dubbi, preoccupazioni e dettagli me li sbroglio lungo la via. Alfa no. A parte il fatto che vive malissimo qualsiasi tipo di cambiamento (si deve ancora riprendere da quando, un anno fa, ho cambiato il colore delle tende della cucina) ma è capace di perdere i treni della vita perché pensa talmente tanto a tutti i dettagli, a tutte le opzioni, a tutte le eventualità ecc…che poi diventa inconcludente.
Questo ha comportato essenzialmente due reazioni opposte davanti al test positivo: io ho urlato e saltato come una bertuccia impazzita, lui ha passato tre settimane di mutismo. E sì che era consapevole già prima che iniziassimo a provare, eh…non è che gli ho fatto una sorpresa. Ora la situazione è questa: io, da quando ho saputo che è una femmina, ho cominciato a fare i conti con lo spettro del rapporto pessimo con mia madre, sto ragionando sul significato di essere madre sul piano logistico e umano, sto domandandomi se e quanto sarò ansiogena ecc…le solite pippe mentali di qualsiasi donna che aspetta il primo figlio. Lui no. Lui ha concentrato nelle prime tre settimane qualsiasi pensiero di preoccupazione o paura (non dimentichiamoci che a causa della mia immobilità forzata lui si occupa da mesi della spesa, delle pulizie, delle mie punture, del bucato, della cucina e di tutto il resto, poveraccio, all’inizio non sapeva dove mettere le mani, ora si è organizzato ma ha passato attimi di tensione pura) e ora lo guardo e capisco il significato di “calma serafica”.
Le conseguenze di questi diversi approcci si son visti chiaramente due giorni fa. Mentre lui faceva la fila per procacciare il cibo, io contemplavo gli acquisti e i depliant che mi avevano lasciato alla Prenatal. Tra questi, ce n’è uno concepito con l’intento di mandare in iperventilazione una donna incinta: “sta arrivando…hai preparato il corredino?”, con dentro tutta la lista delle cose che serviranno.
I pensieri, scomposti, veloci e in ordine sparso, sono stati: oddio, mancano solo 22 settimane. Siamo praticamente a maggio e nasce a ottobre. Se maggio chiama, ottobre è così vicino che risponde. Devo fare tutto. Non ho niente, non sono organizzata. Non so niente, mi serve un tutor. Panico. Fino a ieri mi hanno detto di non sperarci troppo perché tanto la gravidanza non sarebbe andata avanti e una settimana fa mi hanno fatto prenotare i monitoraggi per settembre perché poi è troppo tardi e non trovo posto. Non ho avuto il tempo di abituarmi all’idea. Panico. Devo fare un sacco di cose e non ho tempo, devo organizzarmi, prepararmi, darmi da fare e non ho tempo. Respira…respira…respira…
Quando Maschio Alfa è arrivato, non ha avuto il tempo di poggiare il vassoio che gli ho rovesciato addosso, senza nemmeno prender fiato, tutti i miei pensieri. Ha preso il depliant, me l’ha strappato sotto gli occhi e l’ha buttato dicendo “questa roba ti fa male…”. Sparito il depliant, sparita la preoccupazione.
L’amore è…preoccuparsi a turno, perché se ci si agita contemporaneamente è la fine…