Magazine Maternità
C'è da dire che Cigolino inizia a intrattenersi da solo, brevemente certo, ma comincia a considerare che giocare da solo è una cosa possibile.
Le mie idee, di contro, scarseggiano. Un po' perchè, come molte, sono mamma sempre in ritardo sul resto delle cose, un po' perchè la mia indole è molto meno paziente di quanto sembri a prima vista.
Tant'è. In qualche modo si fa. Dividendo energie, iniziative e tempo.
Gf è infinitamente più bravo di me in questo e mi è perfettamente chiaro perchè Cigolino preferisca la sua compagnia alla mia.
E' stato anche un week- end che mi ha fatto molto pensare: non solo per gli avvenimenti politici di cui non dirò, ma anche per la terribile vicenda di Bergamo e, di tutt'altra levatura, per il caso sollevato sul web sulla decisione di Kate di Inghilterra di andare un paio di mesi da mammà subito dopo il parto.
Andiamo con ordine.
Bergamo. Mamma 36enne uccide la figlia di 18 mesi e poi si suicida. Una cosa così orribile che sono rimasta impietrita, con un freddo addosso che non va più via. Perchè? Cosa? Possibile? Orrore. E solitudine e non ascolto e richieste d'aiuto che non trovano voce, spazio, senso per chi si ha intorno. Ho pensato allora a ciò che di solito si attribuisce a una mamma: solo sentimenti positivi, amorevoli, protettivi. Come se una donna, una volta diventata mamma, si trasformasse immediatamente in un'eroe positivo e invincibile, immune da qualunque traversia la vita presenti nel contempo. La mamma di Bergamo soffriva tanto: per la perdita della sua mamma, per le difficoltà insite nel ruolo e chissà cos'altro. Era evidentemente sola, per lo meno lo era abbastanza da non riuscire a percepirsi in modo diverso e anzi a sprofondare sempre più. Mi chiedevo allora come può succedere che nessuno intorno a lei si sia accorto e mi è venuta in mente la frase tipica che ho in risposta ogni volta che azzardo una minima lamentela: hai un bimbo splendido, DEVI essere solo felice. Ah sì? E chi te l'ha detto? Ma soprattutto cosa centra?
Spesso mi viene da pensare che sia la risposta data da chi ha vissuto la genitorialità in modo molto contrastante. negando sempre, a se stessi, la difficoltà a mantenere un equilibrio saldo, una positività imperitura. Negando sempre il lato oscuro, insomma. Che c'è e l'unico modo per neutralizzarlo è accettarlo, senza opporre resistenza. E' riconoscere che possiamo fallire di tanto in tanto, che possiamo avere pensieri non sempre perfettamente amorevoli, che possiamo sentirci stanchi, stressati e in crisi, che possiamo aver bisogno di mollare il colpo per un periodo, lasciando che altri facciano al posto nostro, per il bene di tutti e dei bambini prima di tutto.
Il ruolo della mamma, lo diciamo spesso, è caricato di troppe aspettative e non realistiche, fra l'altro; e di bugie e cose che (ancora) non si possono dire. Capita poi che la mamma sia anche una donna, con tutto ciò che comporta esserlo, di questi tempi. Lo stupore allora no, davanti a tragedie enormi come quella di Bergamo. Proposte, piuttosto: Tipo: perchè fare solo corsi pre-parto e non anche post? Perchè non corredare la futura mamma di una serie di indirizzi a cui rivolgersi se si sentisse male nel ruolo? Perchè non educare al senso dell'altro: un bimbo non è una proprietà, una mamma non è suo figlio, è normale pensare di non farcela è perfino normale non farcela davvero e aver bisogno di aiuto.
Si liquida sempre il tutto con "è naturale essere madre", dimenticando ostinatamente che di naturale, la nostra vita, ormai non ha più nulla.
Poi, un attimo dopo, si legge la notizia di Kate Middleton: "andrà dalla mamma due mesi, dopo il parto. Scelta di comodo?". Ora. Mi dite per cortesia cosa di scomodo c'è nella vita di Kate? Cosa mai dovrebbe farla propendere per una scelta faticosa e soprattutto cosa mai potrebbe interessare al mondo cosa farà lei?
Le due notizie, Bergamo e Kate, rimbalzavano insieme sui social, nei tg, sui giornali on line ...
Due palline dello stesso gioco, quello di madre, ma che vicine non ci possono proprio stare.
L’amore materno è solo un sentimento umano. E come tutti i sentimenti è incerto, fragile e imperfetto. Contrariamente a quanto si crede, forse non è inciso profondamente nella natura femminile. Elisabeth Badinter, L’amore in più
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