Proprio quello di Richard Wagner e, per la cronaca, la musica epicissima che accompagnava gli elicotteri di Apocalypse Now in origine accompagnava le Valchirie nella loro cavalcata.
I Nibelunghi, secondo la tradizione germanica, sono un popolo di nani, deformi il cui mito è stato riscritto tra il 1848 e il 1874 da Wagner e messo in forma di opera suddivisa in quattro parti:
- L’oro del Reno (prologo)
- La Valchiria (prima giornata)
- Sigfrido (seconda giornata)
- Il crepuscolo degli dei (terza giornata)
Per ulteriori approfondimenti su cosa sia “L’anello del Nibelungo” rimando alla voce di Wikipedia (L’Anello del Nibelungo), perché in effetti qui si parla delle sue riduzioni a fumetti.
Un’opera così epica (nd. Notare l’uso ripetuto dell’aggettivo “epico” in quest’articolo) non poteva non solleticare le fantasie dei fumettisti e così possiamo godere di molte versioni ispirate a tutte e quattro le parti del dramma musicale di Wagner. Solo in casa mia ho due graphic novel e una parodia Disney de “L’Anello del Nibelungo”, senza voler contare tutti gli altri fumetti che ne hanno tratto ampiamente ispirazione. In realtà ci sono anche altre trasposizioni dell’opera di Wagner, oltre a quelle di cui parlerò tra poco, alcune introvabili o inedite in Italia.
Andando in ordine cronologico non posso che cominciare con una delle grandi parodie dei classici targati Disney: “Paperino e l’oro di Reno ovvero L’anello dei nani lunghi”.
Sceneggiato da Guido Martina e disegnato da Pier Lorenzo De Vita nel 1959.
Io me lo sono sempre chiesto come mai si chiamassero NibeLUNGHI se in realtà erano dei nani e infatti hanno pensato la stessa cosa anche loro, creando una gustosa parodia con Paperino nei panni di Sigfritto, così chiamato per la sua abitudine di esclamare “Sigh! Son fritto!”.
La storia è stata ristampata nel Classico “Paperepopea” del 1977.
C’è anche una successiva seconda saga dei Nibelunghi, intitolata “La trilogia di Paperin Sigfrido e l’oro del Reno” pubblicata nel 1989, in tre puntate su Topolino con sceneggiatura di Osvaldo Pavese e disegni di Guido Scala.
Nel 1994, quando Comic Art sfornava miniserie come se non ci fosse un domani, mi capitarono tra le mani i quattro albi (uno per ogni dramma del ciclo) de “L’anello del Nibelungo” di Roy Thomas (sceneggiatore) e Gil Kane (disegnatore). Questi due artisti formavano una coppia formidabile, lavorando sia per la Marvel che per la DC Comics e ricrearono l’universo di Wagner con una graphic novel dai colori psichedelici e il taglio supereroistico, pur mantenendo lo spirito dell’opera originale.
Arriviamo a oggi e questo è il mio consiglio: per chi fosse intenzionato ad avere una copia de “L’Anello del Nibelungo” in casa c’è una ghiotta proposta in edicola. Nemmeno a farlo apposta è un albo della COSMO (ormai sembra che mi paghino per fargli pubblicità da come ne parlo bene a tutti). In ogni caso si tratta di uno dei loro pochi albi che escono in formato grande e a colori. In genere Cosmo, per ridurre i costi, pubblica solo in bianco e nero e strizza le graphic novel in un formato bonelliano. Talvolta però ci ripensa e li propone così come sono, a un prezzo ridicolo.
Per 3.50 euro si può avere il primo episodio della serie “Il Crepuscolo degli Dei, La Maledizione dell’Anello” e a Luglio il secondo “I Nibelunghi”.
Si tratta sicuramente di un’opera a fumetti dal taglio moderno che rispetta il gusto dark più di tendenza. Tuttavia i colori e il tratto di questa produzione franco-belga, che si discostano così tanto da quelli tipicamente americani di Gil Kane, ha il potere di riproporre una storia che già conosciamo in una nuova fiaba gotica dall’impatto visivo terrificante.
Avete segnalazioni di altre versioni in commercio? Rovistate nella vostra fumettoteca!
Mala Spina