Viene dalla Süper Lig – massima divisione del calcio turco – la dichiarazione “pungente” del presidente del Gençlerbirligi, Ilhan Cavcav, che attacca i barbuti del pallone. «Ho 80 anni e mi faccio la barba tutti i giorni» tuona il presidente: «Sono calciatori, non studenti che apprendono l’imam, sono un esempio per i ragazzi». Dichiarazione, questa, che vuole dare un taglio, nel vero senso della parola, alla barba in particolar luogo del tecnico del Besiktas, Slaven Bilic, del centrocampista Olcay Sahan, del portiere del Fenerbahce Volkan Demirel e del centrocampista del Galatasaray Selçuk Inan. Per il numero uno del Gençlerbirligi, infatti, costoro «sono tutti pessimi esempi per i giovani come mio nipote», come ha spiegato in un’intervista alla Dogan News Agency. Immediata è la risposta della Federcalcio nazionale che si discosta da tale affermazione così contraria ai principi della Uefa.
Nonostante ciò, il tenace Cavcav non si arrende e, dopo aver criticato fortemente la Uefa, impone una salatissima multa di 25 mila lire turche – pari circa a 9 mila euro – nei confronti di chiunque dei suoi tesserati che decidesse di farsi crescere la barba.
Il presidente turco non è però unico combattente in questa disperata campagna anti-pelo. A dire il vero, suo famoso predecessore fu il CT dell’Argentina ’98 Daniel Passarella che, si racconta, avrebbe preso in squadra l’ex centrocampista del Real Madrid Fernando Redondo solo a patto che si fosse tagliato i capelli.
Per quanto bizzarra e sopra le righe, tuttavia, questa notizia non desta sorprese. Quante volte infatti ci si è interrogati o semplicemente stupiti dei look “stravaganti” dei giocatori di alcune squadre così in Premier League come in Serie A? Basti pensare a quanti di loro hanno letteralmente costruito un’immagine iconica che li rende immediatamente riconoscibili (vedi le variopinte creste di Balotelli, quella bionda di Pogba o il taglio “moicano” di Hamsik). Ora, anche la barba sta incominciando ad attirare un numero sempre maggiore di adesioni. A partire dal seguace numero uno in Italia, Davide Moscardelli, che ha dato una notevole spinta alla diffusione di questa moda anche in Serie A. Il “Mosca” – che ora gioca in Lega Pro con il Lecce – d’altra parte, deve gran parte del suo successo mediatico proprio alla barba che lo ha reso vero idolo dei tifosi di tutta Italia e non per mere doti calcistiche.
Certo, occorre ricordarsi più spesso che i veri campioni nascono sul campo e non dal parrucchiere. Ma se non esistesse un pizzico di fantasia e follia, Sig. Cavcav, che “barba” sarebbe il calcio?
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