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L’Apic e la condanna che non c’è: l’Inviato riapre la polemica sfidando il pericolo di una querela di Torchio. Intanto il museo del violino è l’incubo del bilancio comunale

Creato il 21 giugno 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Sarebbero tutta colpa del “buco dell’Apic” i problemi della cultura cremonese, guarda caso degli avversari politici di Massimiliano Salini: l’avversario e predecessore di Massimiliano Salini è infatti proprio Giuseppe Torchio non ha condanne a proprio carico per la questione dell’Apic: lo stesso giornale La Provincia ha riportato la notizia chiaramente. Si può ricordare che Giuseppe Torchio ha già vinto una causa per diffamazione a mezzo stampa contro una testata cremasca proprio a proposito dell’Apic.

C’è anche chi ricorda che il Comune non pagava le quote dell’Apic da tanto tempo.

Spiace vedere Francesco Galante, già ufficio stampa di Bruttomesso al Comune di Crema, alle prese con un problema che non merita. L’inviatospeciale.it, edito da Secondo Triboldi ma figlio delle intenzioni di Massimiliano Salini (“Il giornale La Provincia non ci rappresenta”, aveva dichiarato poi spiegando di non esserne l’editore) sarà denunciato come l’altra testata?

Il Comune di Cremona ha un problema molto più serio dei numeri forniti dall’assessore De Bona, ed è il museo del violino. A settembre non sarà inaugurato, è vero, ma non si sa quando aprirà, con quale progetto scientifico, come sarà promosso e gestito, quanto costerà la gestione, con quali caratteristiche: “Non ci è stato detto nulla – ha osservato in questi giorni Daniele Bonali (Pd), il sindaco stesso, mentre l’assessore De Bona appare del tutto esautorata da un lato dal sindaco dall’altro da Publieventi di Piva, non sa dare spiegazioni del museo del violino. E’ stato fatto il bilancio triennale nel quale questo problema non esiste nemmeno”. Insomma inutile prendersela con i buchi, come faceva Tremonti e con gli attacchi agli avversari dell’amministrazione precedente. Il museo annunciato non è nemmeno pubblicizzato e non si sa a questo punto se si farà o no. Nebbia assoluta. Addirittura il Comune è uscito da un circuito regionale che promuove i musei, risparmiando 25mila euro, per spenderli nella promozione alla Fiera di Milano (25mila euro il costo). Forse era meglio l’altro circuito: offriva più promozione.

A chi giova tornare sull’Apic? A chi deve prendersela con l’avversario politico che quella colpa non ha? Ci vuole un capro espiatorio per non dire che il museo del violino è un problema vero, sul quale l’amministrazione Perri rischia di farsi male?

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