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L'appartamento italo-spagnolo

Creato il 31 gennaio 2012 da Lollo

La fine dell’Erasmus è un momento che inizia a percepirsi qualche settimana prima della partenza. Si esce con qualsiasi temperatura, si passeggia sul mare quando non è in corso nessun tipo di dramma, addirittura si partecipa a qualsiasi evento.Dalle feste rumene a quelle polacche passando per la cena svedese per cui Asa ha preparato le famose polpette-Ikea con le sue delicatissime mani.C’è stata una standing ovation a fine pasto.“Non le avevo mai mangiate, sono buonissime.”“Io spesso la domenica prendevo la navetta gratuita solo per andare all’Ikea a mangiarle.”“Le tue abitudini culinarie sono abbastanza discutibili.”Addirittura c’è chi coraggiosamente affronta Barcellona e i saldi scoprendo la violenza spagnola, gente che si litiga un paio di scarpe e a causa di attacchi di panico lancia boxer a quadretti per tutto il negozio. L’unico rifugio: un appartamento di studenti Erasmus che diventa la casa di tutti quelli che fuggono da coinquilini trasandati e coinquilini truffaldini grazie al suo arredamento da chalet di montagna, il suo divano e una sedia a dondolo che ci si contende con ricatti sleali.Negli ultimi giorni conviviamo in questa casa io, tre milanesi, una salernitana e saltuariamente un uruguayano pronto ad ascoltare la salsa a qualsiasi ora del giorno e soprattutto della notte.Si giace sul divano praticamente tutto il giorno.È quello il nostro focolare domestico, è lì che parliamo, ci commoviamo rivedendo le foto, cadiamo in catalessi dopo pranzo e organizziamo serate, le ultime di una lunga serie.“Cosa mangiamo stasera?” si chiede in attesa che qualcuno dalla cucina risponda con amore.“Sto facendo i cavatielli.”E qui i nostri cuori si scaldano. Sul divano ognuno ha creato una sorta di giaciglio con il proprio peso.“Certo che dovremo vederci, potreste venire a Pattano al festival del Mare a Maggio.”“Sì ma io sono stanca” risponde Laura che si alza solo per immediati bisogni corporali.La fatica accompagna i suoi progetti futuri almeno fino all’estate successiva.Arriva poi il momento in cui porto viveri da quella che una volta era casa mia e la gioia si propaga per tutto il lungo corridoio.Partendo però sempre dal salotto.
Le pulizie sono una sfida all’ultimo addominale, scopro come fare ginnastica.Alzare le gambe mentre qualcuno passa l’aspirapolvere è un esercizio perfetto, altro che elettrostimolatori e abbonamenti in palestra. Approfittare delle pulizie per scolpire il basso ventre e i glutei, sempre.Guardiamo un film, fuori piove, la cioccolata calda sul fuoco e i pop corn salatissimi vengono distribuiti equamente.“Ma che sta facendo?”“Lui secondo me vuole ucciderla nel sonno.”“Dici?”“Ora la violenta.”“E se fosse un sogno?”“No sarebbe tutto sfocato, come nelle serie televisive tedesche.”“Tipo la clinica della Foresta Nera? Mi piaceva un sacco.”“Mi passi la Nutella?”“Mi puzzano un sacco i piedi, eppure non è estate.”Il nostro intuito cinematografico è degno di nota.Nella scena madre non esisteva alcun tipo di anticipazione criminale, era un uomo innamorato che si avvicinava silenziosamente alla donna che ama per baciarla sulla fronte, coprirla con una coperta mentre dormiva come un angelo sulla poltrona.“Questa si sveglia e ha i capelli perfetti, guarda me invece” qualcuno borbotta avviluppata nel suo maglione infeltrito talmente largo da poter sembrare un copri divano.“Che facciamo stasera? Potremmo uscire e renderci presentabili in fondo.”“Che fatica però.”“Ma quando torni a Milano sarai ancora così? Comincio a preoccuparmi.”“A Milano sono una persona diversa.”“Nel senso che abbandoni il divano almeno un’ora al giorno?”“Quello mai.”Ascoltiamo anche musica spagnola dalla mattina alla sera. Quelle canzoni da villaggio turistico che, insieme all’animatore stalker che vuole che partecipiate ad ogni maledetto gioco-aperitivo, si riversano nei vostri incubi.“Ero carina ieri sera vero?”“Sì dai, eri carina, alla fine.”“Quando siamo tornati a casa però, beh, avevi i capelli strani.”“Strani?”“Sì, strani, non so, io li chiamo capelli da prostituta ecco.”“Vado a farmi lo shampoo.”Vivere intensamente le ultime settimane di questa parentesi è stato come creare una felice comune alternativa. Nessuna brutta notizia, nessun litigio, nessuno screzio per un piatto lasciato in giro o un lavandino otturato.Ci si scambia pantofole, letti, cuscini e maglioni dalle tinte acide.Ogni tanto però fa bene uscire allo scoperto e mischiarsi alla società.Altrimenti una tua amica marchigiana entrando in quel salotto può salutarti e dirti:“Dio Bo’, c’è puzza di morte qui dentro, state andando in decomposizione con quei pigiami?”

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