Nello stesso giorno in cui il generale De Gaulle lanciava da Londra il suo famoso appello per invitare la Francia a resistere all’invasore e a continuare la guerra (mentre Pétain invitava a calare ignominiosamente le brache),70 anni dopo anche Anelka ne lancia uno. Mentre l’appello di De Gaulle diceva “la Francia ha perso una battaglia ma non la guerra” (e ci voleva un bel coraggio a dirlo nel 1940 con Parigi occupata dai nazisti), l’appello di Anelka, rivolto in particolare al suo allenatore, dice “vaff… sporco figlio di puttana”, e anche in questo caso ci vuole un bel coraggio a dirlo nel corso di un match determinante per la sorte della Francia nella Coppa del Mondo.
Sappiamo com’è finita. Nel secondo tempo la Francia incassava 2 gol dal Messico uscendo o quasi dalla Coppa. Perché questo parallelo fra l’appello di De Gaulle e quello di Anelka? Semplicissimo, perché entrambi esprimono una certa idea della Francia. Quello di De Gaulle invita a sostenere la patria, quello di Anelka la manda a farsi fottere. Calcistica, d’accordo, ma pur sempre patria. E questo c’insegna come si vincono o si perdono le battaglie Rivolto quando la Francia perdeva metaforicamente 4 a 0, l’appello di De Gaulle portava la Francia alla vittoria. “Non abbiamo ancora espresso tutto il nostro potenziale”, diceva il generale. “Abbiamo dei grandi alleati, possiamo gettare in campo forze immense”. E attorno a questo appello si sono aggregati tutti coloro che rifiutavano la sconfitta, che credevano contro ogni logica che fosse ancora possibile vincere. Solidarietà, ecco il segreto della vittoria. Solidarietà e spirito di squadra.
Ma quale solidarietà esprime l’appello di Anelka? Quale spirito di squadra? No, cari, così non si vincono le guerre e nemmeno le partite. Dov’è l’amore per la patria? Vuoi vedere che questi francesi di adozione idolatrati, imbottiti di soldi e in qualche caso naturalizzati ad hoc l’amano meno dei francesi DOC, come sostengono i nemici della Francia multietnica? Che, come si comincia a mormorare, sono lacerati dalle divisioni etniche, "africani" contro "antillesi", "neri" contro "arabi" e tutti contro il "pédé" Gourcuff, reo di essere bianco? Forse è per questo che Evra, il capitano della squadra, invece di condannare Anelka per il suo appello se l’è presa con il “traditore” che ha spifferato tutto alla stampa? Una cosa è certa, questa Francia è senz’anima. Al posto di Domenech ci sarebbe voluto De Gaulle.
Dragor