”Io ho conservato le ali,
quelle ali che mi regalò l’Aquila Bianca
quando mi salvò dal precipizio
e mi portò con sé nel suo nido,
lassù… lontano… dove nasce il mondo,
su una cima innevata dai riflessi blu.
Per tre giorni mi cantò la ninna nanna,
come può fare una mamma,
mi coprì con le ali del suo sposo,
che cadde per fucile assassino.
Mi risvegliai al chiaro di luna
e intorno stelle e cherubini,
quella cimablu era il Paradiso,
ma non era per me,
dovevo ancora imparare a volare
e c’era qualcuno che mi doveva incontrare.
L’Aquila Bianca mi offrì il suo dorso
e io mi affidai alla sua forza.
Attraversò le vie del cielo e l’arcobaleno,
navigò negli oceani di luce,
percorse la strada dell’amore
e mi insegnò a volare…
con le ali del suo sposo,
poi mi affidò a loro,
angeli in camice bianco.”
A chi mi chiedeva: “Dove sei stata angelo biondo?”
(così mi chiamavano in ospedale)
io rispondevo: ”Su una cima blu… in Paradiso”.
Cimablu
Illustrazione tratta da Google immagini