L’Ars Poetica di Orazio è incredibilmente pungente ed attuale anche se son passati più di 2000 anni da quando il grande poeta latino ha scritto questa sua opera, nota anche come Epistola a Pisone. L’opera attirò l’attenzione anche di Giacomo Leopardi che ne fece, nel 1811, una raffinata trasposizione in ottava rima.
Eccone alcune perle in tutto fedeli all’originale che le ha ispirate.
“Se meritar volete altari o templi/nulla mettete al mondo, o fratel caro,/se nol rimaste pria come un ferraro!”
“Frattanto ognun ricordi d’esser breve/e dilettar oppur giovar si deve!”
“Ma se mai per averne onore e lode/talor voleste voi scarabocchiare/quattro versi, o Pisoni, al genitore/mostrateli o ad un savio e buon censore;/per molto tempo poi stieno rinchiusi/
ché se un uomo una volta scappò fuora/non torna indietro neanche dai delusi!”
“Si tollera il mediocre in qualche cosa;/non nella poesia: così nel miele/non piace ad una bocca schizzignosa/una mandorla amara come il fiele./
Quanto meglio sarìa scrivere in prosa/per chi nei versi è proprio un uom crudele/come il pallon lasciar suole e le palle/e il disco abbandonar chi non ha spalle!”
Meditiamo insieme questi versi, noi tutti che vogliamo esser poeti!