“Un vero giornalista – disse molti anni fa Leo Longanesi – è uno che riesce a spiegare benissimo le cose che non ha capito”. L’affermazione fa sorridere (soprattutto i giornalisti: a tutti, una volta o l’altra, è capitato di identificarsi in quest’aforisma), ma per fortuna esprime solo una parte della verità. La divulgazione, nonostante tutto, resta una componente imprescindibile del lavoro dei mass media. Costa tempo e fatica: ma se è ben fatta rende un servizio prezioso alla collettività. E a volte ottiene riconoscimenti inattesi. Come è accaduto al “Giardino di Albert”, che è stato invitato nei giorni scorsi a Ginevra ad un meeting indetto dall’ Agenzia internazionale per l’energia atomica e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
In una delle ultime puntate, il domenicale RSI di divulgazione scientifica aveva dedicato un servizio di Davide Conconi e Fabio De Luca al radon, gas radioattivo di origine naturale che si infiltra nelle abitazioni con conseguenze poco salutari per l’uomo. È toccato allo stesso Conconi, nella sede dell’OMS, presentare agli specialisti motivazioni e modalità produttive del filmato. Da un lato spiegando cosa significa mediare e tradurre a beneficio del pubblico il linguaggio, spesso ostico, che caratterizza gli argomenti scientifici; dall’altro, descrivendo le tecniche utilizzate dal “Giardino” per avvicinare le famiglie alla scienza. I buoni risultati del programma in termini di qualità scientifica e divulgativa – ha concluso Conconi – sono il frutto anche del “rapporto di fiducia e di scambio che si è instaurato fra la redazione del “Giardino di Albert” e i tecnici e scienziati presenti sul territorio”.