IO NON LAVORO
Storie di italiani improduttivi e felici
NERI POZZA EDITORE
BLOOM
Sono storie di italiani definiti “improduttivi e felici”, i protagonisti di “Io non lavoro”, il bel testo scritto da Serena Bortone e Mariano Cirino per Neri Pozza Editore nella collana Bloom. Una raccolta di umane vicende redatte a quattro mani e con uno stile narrativo efficace nella sua piacevolezza all'atto della lettura. Da un lato c'è la professionalità della giornalista abituata a “scovare” le storie per raccontarle al pubblico, dall'altro c'è l'autore nonché regista, esperto nel creare stili comunicativi attraverso i format televisivi. Entrambi gli autori hanno il merito di non moralizzare su nessuna delle testimonianze raccolte, frutto di un lavoro di ricerca paziente e introspettivo nell'intento di convincere i protagonisti a rendere pubblico le loro vicende personali che toccano anche i sentimenti e gli affetti. Sfogliando le pagine del libro, emerge un'umanità indolente, tesa alla ricerca del vivere senza far niente. Un'aspirazione totale nel dare un non senso alla propria vita, se non quello di evitare qualunque sforzo lavorativo. La tensione spasmodica nel fare fronte alla necessità di trovare comunque il necessario per vivere. Non è una scelta facile, basti pensare alla fatica mentale necessaria a contrastare la noia, o il doversi difendere da giudizi negativi di chi pensa sia sbagliato evitare tutto ciò. Vivere per non lavorare non è cosa facile. Da un lato queste vicende, raccontate con una naturalezza descrittiva, suscitano simpatia e creano sentimenti di solidarietà e vicinanza. C'è una sorta di lettura – meta – in cui traspare una sottile vena ironica, ma non è cercata da chi scrive, bensì contenuta all'interno delle stesse testimonianze raccolte. Il registro ironico emerge ogni qual volta la trama della storia è densa di anneddoti a volte anche esilaranti. Lo spunto sociologico e analitico (altro merito di questa felice pubblicazione) è data da alcune domande che si sono posti gli autori: “Da che famiglie vengono? Quale Italia li ha allevati? Quali demoni della coscienza hanno affrontato compiendo una scelta così fuori dagli schemi?. Ma saranno davvero felici? Sono ribelli romantici o vigliacchi da disprezzare? E tutti noi, dobbiamo sognare di diventare come loro? Sono quesiti che la lasciano la libertà al lettore di trovare delle risposte, anche di identificarsi ed entrare in vibrazione, o al contrario, rifiutare. Esente qualunque rischio di moralizzazione. Storie anche dolorose dai trascorsi dove la sofferenza, l'angoscia esistenziale, sono presenti, probabili concause nell'aver scelto una vita senza guadagnarsi uno stipendio, visto come una minaccia alla propria sopravvivenza. “Io non lavoro” è il primo tentativo riuscito di raccontare un'altra Italia, non meno significativa di quella propensa al carrierismo, alla competizione, ad uno stile frenetico in cui trascurare parti di se stessi, senza per questo svilire l'obbligo di lavorare per garantirsi una vita sociale adeguata e conforme alle regole di una società democratica e basata su valori fondanti del vivere civile.
Roberto Rinaldi
Serena Bortone è una giornalista di Rai Tre. Ha iniziato a lavorare sotto la direzione di Angelo Guglielmi, ed è stata poi caporedattrice, inviata, autrice e conduttrice per diversi programmi della rete (da Ultimo Minuto a Mi manda Raitre, da Telecamere a Tatami) occupandosi di cronaca, costume, inchieste e soprattutto di politica. Nel 2007 ha guidato come responsabile comunicazione e ufficio stampa la campagna per le Primarie del Partito Democratico
Mariano Cirino è autore e regista televisivo. Nato nel 1965, dopo dieci anni di RAI è approdato nella casa di produzione Magnolia di Giorgio Gori. Ha sperimentato ogni format immaginabile per tutti i canali esistenti, spaziando dalle soap opera al programma d’inchiesta, dalla docufiction al reportage sociale, dal reality alla satira. Rivendica in particolare la sua firma per Pinocchio, Invisibili, Scacco al Re, Il vizio dell’amore, Exit. Questo è il suo primo libro di narrativa.
COMMENTI (1)
Inviato il 11 agosto a 08:48
quelli improduttivi e felici che conosco io hanno però alle spalle dei genitori produttivi e.....meno felici di loro perchè se li devono mantenere