di Amu.Art
Durante le ultime ore di apertura delle attrazioni rimaste in città (Body Worlds e On space time foam) vogliamo tirare le somme di questo spettacolare periodo da record per la cultura. Iniziato a settembre 2012 con l’apertura della mostra di Picasso che ha raccolto nelle sale di Palazzo Reale ben 558mila visitatori (Picasso da record) un successo che mai prima si era sperimentato.
Ma pensare che Picasso, con le opere del suo museo parigino, abbia catalizzato l’attenzione in maniera esclusiva è errato, perchè nel capoluogo lombardo si è assistito ad una riscoperta della cultura in tutte le sue forme. Infatti mentre la fila per assistere alla mostra di Picasso avvolgeva il Duomo, ai confini della città presso l’Hangar Bicocca le persone attendevano il loro turno per accedere all’opera di Thomas Saraceno “On space time foam”. In questo caso non parliamo di uno dei pittori più famosi del mondo esposto nel cuore pulsante di Milano, ma di un artista contemporaneo a noi quasi sconosciuto che probabilmente non ha mai preso in mano un pennello, ma collabora con ingegneri ed esperti di materiali aerospaziali, il quale ha montato la sua installazione in una struttura inaugurata da pochi anni e che si trova un pò fuori mano. Eppure ben 140.000 persone si sono recate all’Hangar Bicocca hanno preso il loro numerino e hanno atteso per sperimentare l’installazione Walking on clouds. Un altro record milanese, assolutamente inatteso e ancora più sorprendente di quello di Picasso, perchè l’arte contemporanea in tutte le sue bizzarre forme risulta spesso poco accessibile al visitatore e raramente registra un numero di visite così alto. Quindi il palcoscenico culturale è stato conteso da Picasso e da uno sconosciuto artista argentino?! NO. Le sorprese non finiscono mai, perchè alla Fabbrica del Vapore hanno rivoluzionato i loro spazzi per ospitare per la prima volta una mostra scientifica “Body Worlds” di Gunther von Hagens. Voi vi chiederete: chi è Gunther von Hagens? Lui è uno pseudo-scienziato, pseudo-artista che ha inventato un liquido in grado di “imbalsamare” i tessuti del corpo umano mantenendone intatte le caratteristiche (colore e consistenza). Insomma una mostra dove esposti troviamo cadaveri di persone, che hanno deciso di donare il loro corpo alla scienza, permettendoci di osservare per la prima volta com’è davvero fatto il nostro corpo, dai muscoli, agli organi, ai nervi. Ovviamente a parte l’aspetto educativo di una mostra sul corpo umano, il successo in questo caso è dovuto al lato macabro di queste “opere” che hanno catturato la curiosità di migliaia di visitatori portandoli in una struttura che prima di questo autunno era veramente poco conosciuta. Io personalmente valuto questo successo, dovuto a manifestazioni così eterogenee, come il risultato del giusto equilibrio di offerta culturale. Infatti in tre punti ben distanti della città al visitatore è stata offerta una retrospettiva ben curata su uno dei Pittori più conosciuti al mondo quindi di più facile fruizione per il visitatore, uno svago rappresentato da un’opera contemporanea dalle caratteristiche uniche che ha certamente una valenza artistica ben esposta al visitatore ma ha le sembianze di una giostra per adulti e infine un’esposizione scientifica molto particolare che con i suoi cadaveri ha attirato tantissimi curiosi i quali però richiamati dal lato macabro una volta entrati hanno certamente imparato qualcosa sul corpo umano che prima ignoravano: come è fatto realmente. In moltissimi hanno criticato questo surplus di mostre tenutesi nello stesso periodo, ma penso inutilmente visti i risultati. Quindi trovato quest’equilibrio di offerte che hanno soddisfatto il nostro amore per l’arte, la nostra voglia di divertirci, sperimentare e le nostre conoscenze sul corpo umano; resta comunque un dubbio: quale è stata la causa di tanto afflusso? In molti obietteranno che si tratta solo del risultato di un buon lavoro da parte dei vari uffici marketing incaricati di sponsorizzare gli eventi; ma penso questo non sia l’unico catalizzatore, penso le persone si siano avvicinate alla cultura perchè è stata (finalmente) esposta in linguaggi diversi, accessibili. L’importante non è stato esporre le opere ma riuscire ad incuriosire le persone e offrire loro esperienze uniche. Perchè non si trattava di una mostra su Picasso ma dell’occasione unica di vedere i suoi capolavori gentilmente concessi dalla permanente parigina, e non si trattava di un’installazione d’arte contemporanea ma dell’occasione unica di fruire gratuitamente di un’esperienza che coinvolge al 100% il visitatore rendendolo parte dell’opera stessa e infine non si trattava di una rassegna di anatomia ma di cadaveri che hanno permesso a noi di vedere come siamo fatti in realtà.