L’arte universale di Keith Haring

Keith Haring – Retrospect

Gli omini e animaletti di Keith Haring si possono ormai trovare ovunque, dalle spille alle t-shirt, dalle scarpe ai cappelli… La loro anima intensamente pop ha reso il loro creatore uno dei più celebri e amati artisti della contemporaneità, impegnato in un discorso socio-politico che voleva donare l’arte a più persone possibili riempiendone le città dalle profondità metropolitane ai più alti palazzi.
Pittore e writer statunitense (Reading, 4 maggio 1958 – New York, 16 febbraio 1990), si trasferì a soli vent’anni dalla Pennsylvania alla grande New York, che vedeva come centro culturale in grado di offrire immense potenzialità. Qui frequentò la School of Visual Art e cominciò a fare i primi passi nel mondo del graffitismo, operando con gessetti bianchi sui cartelli pubblicitari della ancora giovane metropolitana e dipingendo sui muri pubblici.
Presto, però, Keith Haring passò dal mondo del graffitismo “clandestino” a quello del mercato dell’arte. Il suo amico Andy Warhol lo condusse nell’establishment artistico e così Keith Haring iniziò a produrre opere destinate alla vendita, che condannavano il capitalismo sfruttandone però i canali per diffondere le creazioni presso un pubblico sempre più vasto.
La sua arte utilizza un linguaggio di tipo universale, fatto di segni, simboli e icone che comunicano in modo chiaro e semplice e, per questo, immediatamente apprezzabile e comprensibile da tutti. Sono oggetti pop della società dei consumi che trasformano immagini del capitalismo, della religione, dei mass-media, del razzismo, della minaccia nucleare e dell’HIV in coloratissimi e allegri omini che però nascondono un lato oscuro di critica e profonda riflessione sociale.

L’outfit ispirato all’opera “Retrospect” di Keith Haring accosta i suoi conosciutissimi colori vivaci in una proposta giovane, allegra ma irriverente così come le opere del famoso artista.
I gioielli in plexiglass di SOB! Shaping Outside the Box riproducono alcuni dei suoi più famosi personaggi, andando a porre di nuovo la grande firma di Haring sulla nostra quotidianità.