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L'Ascolto profondo: 3 passi per imparare ad ascoltare davvero...

Da Genna78

L'Ascolto profondo: 3 passi per imparare ad ascoltare davvero...

L'Ascolto profondo: 3 passi per imparare ad ascoltare davvero...
Ciao,
ti piacerebbe saper ascoltare profondamente ciò
che gli altri ti dicono? Se segui questo blog da un
po' di tempo sai che saper ascoltare è la chiave
della famosa "comunicazione efficace". Nella
35° puntata del podcast di psinel scoprirai 3
passi, messi appunto da un "vero maestro zen",
che ti aiuteranno ad affinare le tue doti da
"ascoltatore" e allo stesso tempo allenerà il
tuo modo di "avere intuizioni sulle persone
che ascolti"...
Sei riuscito ad ascoltarlo? 3 semplici passi in
grado di riassumere elegantemente il processo
di un vero "ascolto attivo". Si, ne abbiamo già
parlato in passato ma si tratta di una abilità
talmente importante che va rivista alla luce
di nuovi metodi... come quello descritto dal
maestro Zen Norman Fischer che hai appena
ascoltato. Tutto inizia  con la capacità di
saper ascoltare il prossimo completamente
ed in modo mindfulness...
...cioè ascoltare ciò che ci viene detto, con
intenzione, nel momento presente e senza
giudicare (il nostro caro IOS;)). Sembra una
cosa facile da fare, ma se non lo hai mai fatto
ti renderai conto da solo dell'impegno che
serve per poterlo fare. Questo tipo di ascolto
ha già di per se degli enormi effetti, come
primo vantaggio è un vero e proprio tipo
di "meditazione informale"...
...per cui praticarla ti da gli stessi vantaggi
della "pratica meditativa". Non solo, se riesci
ad ascoltare davvero, il tuo interlocutore si
sentirà davvero bene... si sentirà come accolto,
ascoltato e non giudicato. Aspetti che spesso
mancano anche quando ascoltiamo un caro
amico perché nessuno ci ha mai mostrato
come bisogna davvero ascoltare gli altri
o come "spostare davvero l'attenzione"...
...la meditazione da secoli studia proprio
questo "come spostare l'attenzione" (si lo so
che è un modo sterile di descrivere una delle
pratiche più antiche ed affascinanti che l'uomo
abbia mai scoperto, ma per semplificare le
cose stanno così). E quando porti attenzione
a qualcuno questo non si limita ad un mero
scambio di informazioni, ma diventare una
esperienza di miglioramento personale.
Da anni in psicologia sappiamo che esiste un
effetto particolare dovuto alla osservazione.
Cioè se le persone sanno di essere osservate
durante il loro lavoro danno il meglio si se.
Si lo so che questo dipende da paure legate
al posto di lavoro, di ansia da prestazione
o da altre cose negative del genere...ma
esiste anche una versione positiva legata
alla motivazione dei dipendenti...
...la variabile è l'attenzione! se infatti hai un
capo che ti ascolta, che ti da davvero attenzione
sapere che ti sta osservando può migliorare le
tue performance. E soprattutto, se lo fa con
buone intenzioni, può renderti addirittura più
facile ed avvincente il lavoro. Ok, sono andato
a pescare un ambito che spesso non è molto
amato, quello del "controllo sul lavoro", ma
ciò che intendo non è "questo controllo" ma...
...la capacità di dare "vera attenzione" alle
persone che ci circondano. E' questo ha effetti
in modo innegabile sulle nostre relazioni, che
siano di lavoro o meno. Per non parlare dei
suoi super ed evidenti vantaggi nella coppia;
a tal proposito vorrei ricordarti che se sei un
maschietto come me hai ancora più bisogno
di questa pratica... ricordi le ricerche sulle
differenze fra i generi?
John Gray, il famoso autore degli "uomini
vengono da Marte e le donne da Venere" ci
racconta che per motivi squisitamente
fisiologici è bene far parlare il gentil sesso
più a lungo di quanto parli il maschietto. E
tempo fa ci abbiamo addirittura dedicato
una ANL (un podcast ante litteram). Questi
3 passi possono facilmente migliorare
anche quell'esercizio.
Infine, se ti occupi di relazioni d'aiuto nella
vita, ti consiglio di prendere molto seriamente
questa pratica, perché si tratta di un modo
molto semplice di allenare le proprie abilità
di ascolto e di sostegno. Due aspetti più che
fondamentali della consulenza che spesso
nessuno ci spiega come "implementare" 
nella comunicazione quotidiana.  
Vediamo il processo "formale" cioè fatto con
una persona "informata":
1) Ascolto profondo: inizia ad ascoltare il tuo
"interlocutore informato" con intenzione, stando
nel presente e senza giudicare ciò che dice e ciò
che ti viene in mente. Ogni volta che succede,
lascia gentilmente andare "pensieri, emozioni
o stimoli esterni distraenti...e riporta con una
estrema gentilezza la tua attenzione sullo
ascolto profondo.
2) Looping: quando il tuo partner ha terminato
di parlare, lasciagli minimo 3 minuti di tempo,
ripeti ciò che pensi di aver ascoltato. Non tanto
la ripetizione parola per parola e neanche le
tue opinioni in merito, ma semplicemente ciò
che pensi di aver ascoltato come se lo stessi
raccontando ad una terza persona che non
era presente.
Qui è molto importante che il "partner" faccia
attenzione se ciò che gli stai riportando
corrisponde a ciò che pensa di aver detto. In
caso contrario, si fanno ulteriori domande e
si ritorna all'ascolto mindful...anche più e
più volte. Ricordando anche all'interlocutore
informato, che partecipando al gioco deve
anche'egli astenersi dal giudicare il tuo
looping troppo duramente.
3) Diping: come ti dicevo nel podcast forse
questo passo dovrebbe stare in cima a tutto il
processo, perché si tratta di una sorta di auto
calibrazione del proprio stato emotivo. Così lo
chiamerebbero i piennellisti ed approvo perché
rende bene l'idea tecnica di esecuzione, ma
allo stesso tempo però rende la metodica
sterile e meccanica.
Questa "attenzione divisa" (che nel podcast
ho erroneamente chiamato "doppia") è  identica a
quella spiegata da Gurdjieff, il quale, in modo
molto semplice consigliava di mantenere una
porzione di attenzione al nostro corpo, in questo
modo non avremmo disperso le nostre energie
durante la conversazione creando forse, anche
quel "centro di gravità  permanente" che tanto
piace ai suoi proseliti italiani ;)
Noi invece lo intendiamo come un portare la
presenza anche a noi stessi, oltre che al nostro
interlocutore. In questo modo riusciamo a
captare più facilmente i nostri moti interiori
e molto spesso anche quelli del nostro...ormai
stanco di parlare... interlocutore. Se lo fai in
modo "formale" (come descritto sopra) allora
datevi il cambio. Mettiti tu nei panni di chi
viene ascoltato e fai ascoltare il partner e
alla fine...discutetene per 5 minuti insieme.
Se invece non trovi un partner, cosa comune
oggi: "scusa faresti un esercizio di meditazione
insieme a me?" R: "guarda io sono cristiano e
non ci penso neanche a fare quelle cose li" ;)
Ecco in questi casi, fallo in segreto come se
fossi un agente segreto in missione! Uno
che ascolta la gente per davvero e gli chiede
anche conferma se ha capito. Ma ricorda non
lo stai facendo con l'intento di "immettere
energia nel sistema"...
...come saprai le domande chiarificatrici e le
conseguenti riformulazioni possono essere
molto manipolative. Non è questo il contesto
in cui utilizzarle a questo fine, però devo
ammettere che si tratta di un buon esercizio
anche per utilizzarle infine per riformulare
con maggiore precisione. Ma lo scopo di
questo esercizio è semplicemente ascoltare
cosa che di per se è già un potentissimo
strumento di comunicazione efficace...
...anzi è sicuramente il più potente, ma non 
dirlo in giro perché la gente non ti ascolterà ;)


A presto
Genna
Il 30 è stato il mio compleanno, fammi un piccolo
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