Ma assessore, ha letto che accuse le fanno? Non si sente in contraddizione con i referendum e il percorso di partecipazione che era stato avviato con i sindaci e le società? “Nessun problema – risponde l’assessore Francesco Bordi – andiamo avanti: il mio voto nel Cda dell’Aato dipende da una scelta presa in giunta. E poi è uno solo dei passaggi: la delibera deve andare in Regione, al gestore nazionale e tornare in consiglio provinciale”. Il sindaco Oreste Perri sapeva bene che cosa succedeva. Perché allora quella strana risposta al sindaco di Crema? Centrodestra e centrosinistra, oltre a Rifondazione, vivono ancora in due mondi. Nel mondo del sindaco Perri i referendum non valgono, bensì vale l’urgenza dell’economia e delle norme europee, nel mondo dei sostenitori della volontà popolare i referendum vanno rispettati. E il gestore unico, pubblico come quello scelto dalla provincia di Lodi che intende aggregarsi con quella di Cremona, poteva essere costituito già da tempo.
Oltretutto l’assessore Bordi indica due fattori cogenti, che avrebbero fatto precipitare la decisione: “Non c’è tempo da perdere. Siamo riusciti a creare il gestore unico e dobbiamo procedere. C’è poco tempo: si rischiano sanzioni europee se non partono i lavori, e ce ne sono molti. Sulla depurazione non si può scherzare. Le banche non danno i finanziamenti ai Comuni, alcuni dei quali già lo hanno chiesto”. Per Bordi è tutto chiaro: solo la società mista è praticabile e attuabile. E quel Piano d’ambito dall’importo complessivo così elevato, che i sindaci avevano chiesto di limare?
“Il gestore unico potrà partire a dicembre – aggiunge l’assessore – costruire depuratori è urgente, ma teniamo conto anche di altri fattori: eliminare lo spreco d’acqua e mantenere alta la qualità dell’acqua. Sono argomenti di cui abbiamo già discusso”.
C’è un dubbio però sulla composizione anomala di questo gestore unico: Lgh è alleata a società che ne fanno parte. Il Comitato acqua pubblica teme un ricorso: “In Italia viviamo di ricorsi su tutto. Ma non entriamo nel campo delle opinioni e delle ideologie: l’una vale l’altra”. Vero che è stato indicato un termine per la fine dell’anno, ma la cronistoria delle discussioni del Piano d’ambito (cliccare qui per leggere l’intero documento) dimostra che il tempo c’era per prendere la via indicata dal referendum e approvare un Piano d’ambito meno oneroso. Invece niente. S’impongono i poteri economici, i poteri incontrollati, quelli che considerano i cittadini solo come utenti che devono pagare bollette, da anni il vero orizzonte del capitalismo in fase di de-industrializzazione.
Ed ecco qua. Economia, lavori di grandi imprese, affari, società mista sono la realtà, il resto è ideologia. Ma non eravamo in democrazia? Perché la classe dirigente (centrodestra della provincia di Cremona), pur avendone avuto il tempo non ha seguito la volontà dei cittadini, che detengono la sovranità, e in quanto contribuenti e utenti hanno diritto di scegliere?
L’assessore Bordi ha spiegato le sue ragioni. I cittadini che hanno votato sì al referendum però hanno subito un’evidente violenza, la loro libertà è stata ridotta a carta straccia. E da parte di Idv, Pd, Rifondazione viene una chiara richiesta: che si dimettano il sindaco Perri e l’assessore Bordi. Non sono stati eletti per fare il contrario di quello che hanno deciso i loro stessi elettori votando sì ai referendum.
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