Il 13 giugno, in occasione del secondo anniversario dei vittoriosi referendum per l’acqua pubblica, i comitati acqua della Lombardia hanno organizzato un presidio in largo Cairoli a Milano [in allegato una foto]. In mezzo alle bandiere blu con la scritta “il mio voto va rispettato”, i Comitati acqua hanno ricordato come, a distanza di due anni, i referendum restino di fatto inattuati, sia a livello nazionale che regionale.
Attualmente la Lombardia ha una pessima legge che ha espropriato i comuni delle competenze sui servizi idrici — affidandole alle Province — e che ha definito l’acqua un bene di interesse economico nonostante lo Statuto regionale tuteli il “carattere pubblico dell’acqua”. Nello stesso tempo gran parte del territorio lombardo si è avviato, con spiccata accelerazione negli ultimi mesi, verso gestioni pubbliche del servizio.
I cittadini chiedono da tempo una nuova legge quadro che definisca l’acqua un diritto e un bene comune, da gestire direttamente dai comuni, fuori dalle regole del mercato.
I comitati acqua pubblica della Lombardia sono lieti di registrare in questa importante data un sensibile cambio di atteggiamento da parte della amministrazione regionale: l’assessore all’ambiente della Regione Lombardia, Claudia Terzi, ha il giorno stesso — durante un confronto radiofonico — preso l’impegno ad incontrare al più presto i comitati per discutere e condividere modifiche all’attuale legge regionale sull’acqua, puntando ad impostare una nuova legge, che tenga conto anche delle sentenze Corte Costituzionale che hanno di fatto bocciato l’attuale normativa regionale. Si tratta di un atteggiamento incoraggiante innanzi tutto in quanto riconosce la necessità di rivedere non superficialmente tale normativa.
Da parte loro i Comitati intendono predisporre un testo di legge di iniziativa popolare che, in applicazione dei Referendum, garantisca la gestione totalmente pubblica dell’acqua, da attuarsi tramite l’affidamento ad enti di diritto pubblico, escludendo il ricorso ai privati. Inoltre, in vista della possibile revisione delle Province, la nuova legge regionale dovrà ripristinare la potestà dei comuni ed infine assicurare il finanziamento degli investimenti sulle reti e sugli impianti (acquedotti, fognature e depuratori), che in Lombardia necessitano in molti casi di urgenti interventi, come sottolineato dai sindaci di molti territori.
Le prossime settimane diranno quanto il riconoscimento del ruolo sociale, tecnico e culturale dei comitati per l’acqua pubblica sarà tradotto in pratica e soprattutto in che misura gli effetti legislativi dei referendum nazionali del 2011 troveranno posto nella nuova legislazione regionale.
per il Comitato Acqua Pubblica del Territorio Cremonese
giampiero carotti
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