I magistrati di Napoli sono convinti che l’associazione messa su da Bisignai , Papa e i due uomini della sicurezza ( il maresciallo dei Carabinieri La Monica e il Poliziotto Nuzzo) era di stampo terroristico e mafioso.
“Un sistema di intelligence parallelo che dal 2007 è in grado di incidere sulla vita di soggetti istituzionali”. Gli indagati cambiano schede telefoniche in continuazione , tutte falsamente intestate a persone estranee alla vicenda , quasi sempre extracomunitari “tutte acquistate presso lo stesso dealer napoletano , gestito da Raffaele Balsamo, amico e coinquilino del Papa , già arrestato e condannato per associazione a delinquere”.
Il 25 ottobre, cui i magistrati cercano di capire, tutte le schede in loro possesso vengono eliminate. “Quel giorno avviene la fuga di notizie , Papa e Bisignani vengono informati da qualcuno di essere intercettati dalla Procura di Napoli , con indicazione precisa dei numeri di telefoni sotto controllo”.
La Monica passava a Papa informazioni su atti giudiziari riservati acquisiti nel corso della settimana. Appare evidente la disponibilità da parte dell’associazione di una fitta rete di informatori “infedeli” appartenenti alle forze di polizia. Con altrettanta sistematica Papa informava Bisignani , il quale a sua volta ( come confermato dallo stesso faccendiere ndb) girava le sue informazioni ai suoi amici politici : Verdini, Gianni Letta ed altri personaggi influenti. Oppure decidevano di ricattare – con pretesa di denaro – imprenditori e soggetti coinvolti in indagini.
Secondo i Pm napoletani , dalle numerose intercettazioni emerge il cinismo con il quale Papa rappresenta di voler fare neri gli imprenditori sul conto dei quali sta acquisendo notizie ed informazioni giudiziarie. Molti di questi hanno accusato Papa di estorsione e minacce dicendo che avevano letteralmente paura del parlamentare “Si configura un network criminale che può essere senza ombra di dubbio definirsi come eversivo dell’amministrazione giudiziaria”.
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