È davvero difficile elencare, senza rischiare di omettere qualcosa, le novità presenti nel Ratto dal serraglio di Mozart. Quest’opera, composta nel 1780 su libretto di Gottlieb Stephanie e basata su una favola germanica della metà del XII secolo, ha per oggetto l’amore contrastato tra Florio e Biancofiore, figli, il primo, di un sultano d’Oriente e, la seconda, della contessa d’Auvergne, prigioniera del sultano.
Con questa composizione il maestro di Salisburgo non solo dà vita a uno dei pilastri del Singespiel germanico ma offre anche una testimonianza dell’evoluzione che in quegli anni stava vivendo la società mitteleuropea. Emergono infatti gli ideali umanitari di concordia e fratellanza propugnati da Giuseppe II e la volontà illuministica di superare le discriminazioni verso le popolazioni di fede islamica.
Ma soprattutto Mozart introduce alcuni elementi che saranno fondamentali per gli sviluppi dell’opera lirica determinando finalmente l’indissolubilità del legame tra musica, trama e testo poetico.
In primo luogo l’overture, da brano introduttivo, utile a creare il silenzio in sala e a “riscaldare” l’orchestra, diviene definitivamente parte integrante dell’opera che stabilisce con assoluta certezza il carattere del dramma che sta per iniziare.
In secondo luogo egli fissa, una volta per tutte, la necessità che il libretto sia funzionale all’elaborazione musicale intervenendo direttamente sul testo.
Proprio a commento della sua composizione, in una lettera indirizzata al padre, scrive che“per il piacere di una rima non si mettono delle parole o delle strofe intere che guastano al compositore tutta la sua idea musicale senza aggiungere nulla […]. I versi sono indispensabili per la musica, ma la rima per la rima è una cosa molto pericolosa”.
Riferimenti bibliografici
- Bernhard Paumgartner, Mozart, Einaudi, Torino 1945
- Wolfgang Amadeus Mozart, Epistolario, Logos, Roma 1991
Riferimenti discografici
- Wolfgang Amadeus Mozart, Il ratto dal serraglio (Die Entführung aus dem Serail), English Baroque Soloists, John Eliot Gardiner (direttore d’orchestra), Deutsche Grammophon, 2005
da “Il Pendolo” del 15 Aprile 2009