L’attentato a Belpietro era una bufala...Ma dai!
Creato il 29 dicembre 2010 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
Chi ricorda il titolo di prima pagina di Libero di venerdì 8 ottobre? C’era scritto a caratteri cubitali (le care ex vecchie 9 colonne del caro ex vecchio Corsera), “Scusate se sono vivo” con il titoletto che suonava: “Vogliono imbavagliarci”. Leggendo quella prima pagina una persona normale avrebbe dovuto avere uno sturbo del tipo: “O cazzo, e che è successo?”. Ed in effetti qualcosa di grave, di gravissimo, era accaduto: Maurizio Belpietro (il direttore – sic! – di Libero), aveva subito un attentato. Ve le ricordate le dichiarazioni pro Iena Ridens, urbi et orbi et bipartisan? Capezzone (e chi sennò), Cicchitto, Bondi, il Dux in prima persona, Bonaiuti, Casini, Bocchino, la Santanchè, Sallusti, Porro, il filo-berlusconiano in incognito Mentana ma anche D’Alema, Fassino, Bersani, Weltroni e financo Di Pietro si sperticarono tutti in dichiarazioni di solidarietà e fu un coro a voci dispari di “Vergogna”. Vi ricordate che in molti indicarono perfino i mandanti “ideali” dell’attentato? Santoro, Travaglio, Conchitina De Gregorio, Lopez (o era Gomez, mah!) e tutta la stampa di sinistra comunista e giustizialista vennero indicati come gli ispiratori della campagna d’odio contro i profeti dell’amore e i veri giornalisti “indipendenti” alfieri di quella libertà di stampa che in Italia “sembra riguardi una sola parte politica”, come disse la vittima sacrificale di quel feroce attentato sventato dal provvidenziale intervento del caposcorta che aveva deciso di scendere le scale del palazzo di Belpietro per fumare. Ebbene, cari fomentatori d’odio e antiberlusconiani di ferro, la procura di Milano vuole archiviare il caso e incriminare il caposcorta per calunnia e procurato allarme. Diciamocelo, ma chi diavolo ci aveva creduto a quell’attentato? Già dalle prime ricostruzioni si era capito che c’erano dei vuoti in quella sceneggiatura mal scritta e mal interpretata che non lasciavano alcun dubbio, più che di un attentato si doveva parlare di fiction e di quelle fatte male targate Mediaset. Amando Lucarelli e Camilleri (e un po’ anche Massimo Carlotto), la ricostruzione lacunosa dell’accaduto non aveva lasciato dubbi solo agli investigatori ma anche a noi dopo aver letto che le telecamere a circuito chiuso non avevano ripreso nessuna presenza estranea, che la pistola dell’attentatore si era inceppata mentre stava per sparare in faccia al caposcorta e che lo stesso caposcorta aveva sparato tre colpi della sua “Calamity Jane” senza colpire il killer fuggiasco manco di striscio (che mira fratello!). Ma che il tutto fosse una bufala colossale ci fu chiaro quando, esaminando le possibili vie di fuga dell’attentatore, venne fuori che l’unica era quella di saltare un muro alto più di due metri. Ci provarono perfino i poliziotti della nazionale di atletica leggera ma nessuno ci riuscì, per questo titolammo il nostro post: “Scoperto l’attentatore di Belpietro. È Spiderman”. Ma la perla di tutta questa vicenda è che (oggi siamo in vena di fare domande), sapete chi ha sparato a tutta pagina la notizia dell’archiviazione dell’attentato da parte della Procura di Milano? Il Giornale. Proprio così, l’ex quotidiano di Vittorio Feltri (che nel frattempo ha raggiunto Belpietro a Libero), saldamente in mano alla coppia Sallusti-Porro. La guerra intestina nella stampa berlusconiana è iniziata a colpi di scoop e di calci fra le palle. Tutti sanno che Feltri ha lasciato il Giornale con il dente avvelenato tanto che, appena uscito dalla redazione ha detto: “Il Giornale mi sta già sui coglioni”, dichiarazione alla quale Sallusti ha risposto a stretto giro di posta dicendogli: “Potevi curarti con altre medicine”. Se l’aria che tira fra gli ex colleghi è questa, nei prossimi giorni dobbiamo aspettarcene di tutti i colori compreso lo scoop di Belpietro che accuserà Sallusti di praticare sesso non protetto con le galline vere e non con quella travestita da sottosegretario di stato, al quale Sallusti risponderà accusando Feltri e Belpietro di una tresca omosessuale durante la quale hanno avuto come ospite Rocco Siffredi. E questo non è che l’inizio. E tanto per finire: il berlusconiano in incognito Enrico Mentana, direttore del finto Tg cerchiobottista di La7, dopo essersi schierato senza se e senza ma dalla parte di Belpietro post-attentato, ieri sera con fare angelico ha detto: “Forse la procura di Milano archivierà l’attentato al direttore di Libero perché non è mai avvenuto. Forse sarà incriminato il caposcorta. Forse si è trattato di una bufala”. E forse Mentana di mestiere fa il giornalista.
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