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“L’attimo fuggente” e “The History Boys”

Creato il 15 agosto 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

 

E chi non ha provato simpatia, affetto, ammirazione per Robin Williams nella parte dell’insegnante anticonformista ritrovatosi in quel college inglese pieno di ingessato sussiego? Dopo aver assistito a The History Boys al Teatro dell’Elfo, a Milano, però, anche il film “L’attimo fuggente” mostra i segni del tempo. Niente più romanticismo, tradizioni britanniche ancora vive ma formalmente, tanto che nessuno dei ragazzi della scuola maschile del secondo film, nato da un dramma teatrale di Alan Bennet, si suiciderebbe come accade nell’Attimo fuggente.

Il professore si è sdoppiato. Robin Williams, ai suoi tempi, non poteva immaginare che dal suo personaggio ne sarebbero sgusciati due. Sono i protagonisti di The History Boys, insegnanti l’uno di letteratura, l’altro di storia. Il letterato (Hector) si avvicina alla pensione, nostalgico, amaro, profondo, mentre lo storico (Irwin) è un giovane neolaureato. Hector insegna ad affrontare le durezze della vita, “le sue lezioni sono una polizza d’assicurazione per chi non avrà fortuna e rischierà la depressione”, sostiene infatti una collega.

Irwin no: insegna ad aver successo, a svolgere ricerche storiche, certo, ma forzando stilisticamente i contenuti, usando un linguaggio violento, da giornalismo d’assalto per attrarre l’attenzione e sconvolgere vecchie convinzioni. Spregiudicato, assetato di successo, il neolaureato trasforma le lezioni di storia in una sorta di narrazioni avvincenti, puntando sempre all’indagine controcorrente, allo scoop, per vincere in un futuro concorsi e premi.

Il contrasto è feroce: o si usa il sapere per un lavoro di successo, oppure si studia per conoscere, senza ambizioni particolari. Gli alunni della scuola maschile, un liceo si direbbe, si ritrovano volontariamente d’estate per prepararsi ai test d’ingresso universitari. E scoprono la chance che offre Irwin, oltre alle lezioni di Hector e agli altri insegnanti, nessuno dei quali arriva però all’estremismo dei due protagonisti.

Irwin però non diventa un maestro di vita, anche se condurrà un programma televisivo, controcorrente, capace di scandalizzare, anche di far pensare.

Hector viene sconfitto, anzi cacciato di scuola perché palpeggiava alcuni studenti accompagnandoli a casa sulla sua vecchia moto, dopo le lezioni. E’ lui però l’eroe di tanti studenti, per la sua cultura, intelligenza, senso dell’umorismo, saggezza. Sarà lui a rimanere nella memoria dei più.

Da un film all’altro cresce la voglia di insegnanti capaci, convincenti, anche trascinanti, polemici, dei veri leader intellettuali, con la gentilezza e il meraviglioso garbo di Robin Williams o la dolce malinconia di Hector o la grinta di Irwin. Insegnanti anche discutibili: danno vita alla passione per la scuola e il sapere, che in quelle forme vivaci e innovative sono una delle poche risorse di un mondo in fase di disgregazione come quello occidentale.

 


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