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L’autogrill della Statale 10 fa felice il popolo della notte

Creato il 12 febbraio 2012 da Lapulceonline

paninaro, paniniD’inverno non temono la nebbia, il freddo e il ghiaccio. D’estate combattono quotidianamente contro l’afa e il caldo opprimente. Stiamo parlando dei “paninari”, persone che hanno scelto di passare le loro giornate a bordo di furgoncini carichi di cibarie di ogni tipo, concedendo un momento di ristoro ai clienti di passaggio. Questa vita ambulante e itinerante non è da tutti e spesso, dietro la scelta d’intraprendere questa singolare professione, si nascondono esigenze che vanno ben al di là dei “piaceri” che un’attività del genere può procurare.
Chi decide di diventare “paninaro”, di solito, lo fa come secondo lavoro, con l’intento di arrotondare uno scarso stipendio o una pensione troppo bassa, in modo da arrivare a fine mese con maggior tranquillità.
Ne è un perfetto esempio Tommaso, in arte Tommy, che da circa un mese è presente col suo furgone nei pressi di Spinetta. “In passato ho esercitato questa attività ad Asti e, dopo essere divenuto proprietario di un bar a Castelceriolo, pensavo di non dover tornare più su quei passi. Purtroppo mi sono sbagliato”. A causa della crisi economica, infatti, da qualche anno gli affari al bar non vanno più tanto bene e Tommaso, per poter sbarcare il lunario, è stato costretto a riprendere il suo furgoncino e tornare a bordo strada. “La crisi è tanta e per il futuro la vedo durissima. Qui ogni giorno mi capita di assistere a scene tristissime, come le macchine portate a spinta al distributore di carburante perchè senza benzina, oppure un solo panino diviso in cinque parti da dare ad altrettante persone. Non ci sono più i soldi, è questa la realtà”.
Il prodotto più scelto dai clienti rimane il classicissimo panino con la salamella, ma anche la porchetta, gli hot dog e le piadine hanno una buona vendita. “Non c’è una fascia d’età precisa e neanche un tipo ideale di cliente: si va dai ragazzi che tornano dalla discoteca, ai cinquantenni che dopo una serata al ristorante decidono di fermarsi per uno spuntino supplementare. Tuttavia non mancano le prostitute, gli ubriaconi e, durante i giorni infrasettimanali, i camionisti”. Quella di Tommaso è una vita frenetica: durante il giorno si occupa del bar in paese, mentre la sera e la notte si trasforma in “paninaro”. Il tempo per riposarsi è ridotto al minimo: 5 ore appena di sonno durante il break pomeridiano. I suoi sforzi, comunque, sembrano essere ripagati: “qualcosina si riesce lo stesso a guadagnare: i clienti, che durante il fine settimana sono circa una quarantina a notte, sono tutti molto soddisfatti”.
Altro esempio di “paninaro” alessandrino è Tiziano, che ormai è diventato un’istituzione per tutti i frequentatori della discoteca QBA. In simpatia ci ha confidato che “noi paninari, in fondo, siamo un po’ strani: viviamo la notte e, da sempre, il popolo della notte è particolare, una sorta di mondo a parte”. Tiziano vive a Valenza ed è in pensione. Dove c’è una manifestazione che attira pubblico, non solo in Piemonte ma anche in Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, lui cerca di essere presente. “E’ da una decina di anni che giro il Nord Italia. E’ un’attività che mi piace: sto a contatto con la gente, rido, scherzo e mi diverto”. Anche Tiziano ha scelto di diventare “paninaro” per arrotondare la pensione, ma dietro a tutto rimane un amore incontrastato per i viaggi: “ho sempre viaggiato molto e salire su questo furgone è stata una scelta di vita: non esiste un vero “perchè” sul mio essere paninaro. Ho avuto un’opportunità, l’ho afferrata al volo, mi è piaciuta e non l’ho più abbandonata”. Durante l’estate Tiziano è sempre in giro, mentre d’inverno limita l’attività al fine settimana: “Non mi impongo orari: è l’esperienza, ormai che mi fa capire quando iniziare e quando tornare a casa. E’ un lavoro troppo imprevedibile: non si riesce a prevedere un flusso costante di incassi; si va a serate”.
Quello che Tiziano ha sottolineato, però, è che questa vita non è adatta a tutti: resistenza, tenacia, volontà di non mollare sono indispensabili se si vuole proseguire con profitto questo mestiere. “Quello che molti sottovalutano, o non calcolano proprio quando iniziano, è il sopportare il freddo, il gelo o l’umidità: ne ho conosciuti parecchi, che una volta consapevoli di come stavano realmente le cose e di quanto sia dura questa vita, hanno deciso di smettere e cambiare mestiere”.


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